Riti, stregonerie, arcani sortilegi, usanze, vecchie tradizioni e poveri mangiari all?agriturismo Ciato.
Oggi, mese di giugno avanza e si avvicina a passi ponderati la magica notte di S. Giovanni, patrono dell’amicizia, notte del solstizio d’estate, le cui origini si perdono nelle celtiche fedi.
Notte delle stregonerie, dei rabdomanti delle lucciole e degli innamoramenti, notte degli incantesimi dalle misteriose cariche astrali, dei fiori di zucca, simbolo della fortuna e abbondanza, delle noci e dei tortelli di erbetta.
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Sformato al pomodoro
Oggi siamo nell’orto e presto avremo le prime tomacche.
Che Panocchia sia la terra che ha accolto per prima il pomodoro nel nord Italia credo che oramai lo sappiano tutti, anche se per strane vicissitudine politiche lo si ricorda più nei paesi vicini, ma noi Panocini c’è ne siamo fatti una ragione, lo dicono anche i proverbi della Pedemontana seppur meno autorevoli delle latine citazioni: Nemo propheta in patria.
Ma non siamo qui per disquisire di storia bensì per parlare di un uso oramai desueto della nostra bacca.
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Produzione aglio medicale
Tutti sanno delle proprietà dell’aglio, ma non tutti sanno che può essere un rimedio naturale per il colesterolo e la tiroide.
Previene efficacemente il colesterolo LDL dagli ossidanti.
Tutti coloro che hanno alti livelli di colesterolo dovrebbero includere l'aglio nella loro dieta quotidiana
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Le cantarelle
Presto sarà carnevale e dal quaderno dei poveri mangiari dell’agriturismo Ciato vi proponiamo un dolce che più povero di così non si poteva fare.
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Come si cucina il gallo.
Cerco di distrarmi da tutte le amarezze del food di oggi, dalle circostanze sfavorevoli, per dirla alla Calindri dal logorio della vita moderna e vedo di vivere una due giorni all’insegna di quella vita agreste vissuta negli anni cinquanta.
All’incirca del giorno 20 del mese di maggio era consuetudine cambiare sangue alla dinastia del pollaio sicché veniva sacrificato il vecchio gallo di non facile utilizzo in cucina.
Fatto frollare il gallo per due tre giorni già fiammeggiato, tagliatelo a pezzi salvando il petto che cucinerete a tocchetti passati nella farina, nell’ovo sbattuto, nel pane grattugiato e porterete a cottura in abbondante olio di girasole.
Le parti rimanenti passatele in abbondante olio evo, prezzemolo, giusta quantità di spicchi di aglio, una spruzzata di pepe e lasciate nel recipiente per un'altra notte.
In capace casseruola buttate carote e cipolla a tocchi medio grossi, abbondante burro e olio e rosolate i vostri pezzi di pollo a dovere, alla fine aggiungete una nevicata di farina e tostate velocemente.
Nel frattempo in tegame a parte avrete portato a bollore una bottiglia di passito di malvasia, flambate spegnete i fuochi ed unite.
Prendete la casseruola e mettetela in forno a 130/140 gradi per il tempo necessario 2.30/3.00 ore.
Frullate il fondo, restringetelo a piacere e riversatelo in casseruola assieme a scalogni caramellati con burro e zucchero.
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Oggi vi parlo di cucina
In questo periodo le cucine di Ciato sono chiuse. E’ a tutti vietato entrare, sono l’angolo in cui passo buona parte dell’inverno, dove sperimento, ri-invento, riprovo piatti della tradizione contadina, spesso povera di risorse, dove miscelo vari tipi di farina, dove a volte escono buoni piatti per me ed a volte per le galline del mio pollaio, che immancabilmente mi ripagano con saporite uova.
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Viaggio con pedalata ?assistita? lungo la Parma.
Si arriva e si parte lasciando il bus al parcheggio della rotonda di via Langhirano a lato della tangenziale sud di Parma, uscita 15. Inforcata ognuno la sua bici ci si inoltra in direzione sud, lungo strada Martinella costeggiando il torrente “La Pàrma” che scendendo oltre, verso nord, attraversa prestandone il nome, la città. Sulla nostra sinistra dopo un tratto abitato si intravede la sponda sinistra del torrente; un tempo tutto era dimora di boschi, un grande groviglio di gaggie spinose, cresciute spontanee lungo i bordi, che già da maggio emanavano un dolce profumo di miele, dove il batter d’ali di api operose celava il respiro di reconditi amori. Un profumo immagazzinato in un angolo che bene ricorda la giovinezza di tanti della mia non più giovane età.Si arriva e si parte lasciando il bus al parcheggio della rotonda di via Langhirano a lato della tangenziale sud di Parma, uscita 15. Inforcata ognuno la sua bici ci si inoltra in direzione sud, lungo strada Martinella costeggiando il torrente “La Pàrma” che scendendo oltre, verso nord, attraversa prestandone il nome, la città. Sulla nostra sinistra dopo un tratto abitato si intravede la sponda sinistra del torrente; un tempo tutto era dimora di boschi, un grande groviglio di gaggie spinose, cresciute spontanee lungo i bordi, che già da maggio emanavano un dolce profumo di miele, dove il batter d’ali di api operose celava il respiro di reconditi amori. Un profumo immagazzinato in un angolo che bene ricorda la giovinezza di tanti della mia non più giovane età.
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Agriturismo Parma Si mangia
Visto il sole che continua a picchiare sulle teste contadine continuo a dilettarmi in cucina e per controbattere proprio gli effetti del caldo con l’aiuto e la generosità dell’orto e un po’ di rimanenza di frigo mi hanno permesso di confezionare un primo piatto che tradizione definisce afrodisiaco.
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Ferragosto
E così, capita no, a me si, non so a voi. Capita, che a metà agosto, quando tutti han deciso di compiere il rito augusteo romano di portare le chiappe al mare, così come lo richiamava in vita anche Mussolini con i suoi treni agostani di terza classe, io me ne rimango nell’aia deserta di Ciato.
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Festival del prosciutto e del camper
tutte le ns. proposte:
Sosta gratuita camper anche notturna.
Carta dell’osteria: Prosciutto, coppa, salame, pane della casa e una Bt. Malvasia €. 10.00. E’ possibile inoltre nei giorni 8 e 9, 15 e 16 degustare un primo classico di Parma: Tortelli di erbetta o cappelletti in brodo al costo di €. 7.00. Il giorno 14 in collaborazione con i tecnici di CRPA si organizza per gli appassionati di agricoltura e accorti consumatori una giornata in campo con inizio alle ore 9.45 per conoscere nuove tecniche di lavorazione di agricoltura conservativa http://cover.crpa.it/nqcontent.cfm?a_id=14741 alla fine per chi lo desidera sarà possibile consumare la carta dell’osteria.
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Passeggiando intorno all?agriturismo Ciato.
E si, se vi dicessi che sono appena tornato da Bellaria voi pensereste alla splendida riviera romagnola ed invece… ero a due passi dall’agriturismo sulle colline di Castelnuovo ne’ monti di Reggio Emilia.
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E si!, si fa presto dire vado all?agriturismo Ciato
E si!, si fa presto dire vado all’agriturismo Ciato, ma non ci si rende conto che ci si sta impolverando di una terra antica.
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Parma,gastronomia, vigili, osterie, gnocco di spinaci.
Il vigile Boschi, osteria del Sordo, Gnocchi di spinaci.
Difficilmente noi ragazzini del contado si scendeva in città quando i vigili erano ancora sulle predelle a bande bianche e nere, ci si andava raramente, se non per la scuola. Già i semafori stavano sostituendo gli ultimi direttori di traffico, e noi, con i nostri motorini, vespino o lambrettino 50, NSU, Garelli, Guzzi, Morini, Benelli, chi la Laverda e chi il Motom, chi il Gilerino, se non era per andare a vedere un film che in periferia sarebbe arrivato qualche mese dopo, si preferiva girare la bussola a sud.
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Parma city of gastronomy, Poveri mangiari, Zuppa di castagne e orzo.
Non spesso, ma può capitare che una mattina un po’ annoiato dal quotidiano, anziché buttarti nel solito ménage ti tiri di andare a fare colazione al bar; dove trovi immancabilmente gli economisti eruditi bocconiani che disquisiscono con gli strateghi politologi più avveduti, sostenitori e detrattori di quella quintessenza che il popolo italiano, nemmeno a maggioranza, considerando gli astenuti, si è dato. Me, ignorante agricolo delle terre di mezzo, che nel mio dna è rimasta una traccia di geni connaturali, innati nella maggioranza degli avi.
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Parma city of gastronomy, Poveri mangiari, supa boiuda
Può succedere che, anche nella città emiliana della musica, che ha dato i natali a Peppino e Toscanini, negli anni correnti le note scivolino sul pentagramma con stonature da far tremare tutto il loggione del Regio. Se sei di quelli che fischiettano il “Va pensiero” e intonano “la rondanena” ed entri in quei luoghi che assecondano il marketing, che oggi impropriamente vengono chiamate degusterie, buona esca per i piccioni che frequentano i posti turistici, non puoi che inorridire vedendoti servita una scodella o peggio un tegamino di alluminio con dentro dieci galleggianti in brodo trasparente.
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Parma city of gastronomy, Poveri mangiari, Pasta reza
Incedere lento, bordi delle narici brinati, caldo vapore saliva dal naso, unghie col giaccio attaccato, piano scendevano verso l’incrocio velati di bianco fumante, trascinavano un grosso cuneo di legno, una balla di fieno su cui sedevano uomini intabarrati, baffi ghiacciati, cuffie di lana o cappelli di feltro arrivano agli occhi, tese gocciolanti, pesanti sciarpe che han del vissuto, tabarri rammendati che li rendevano pupazzi.
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Parma city of gastronomy, Poveri mangiari, tortelli di erbette
Se sei un parmigiano che gira, anche fuori dai confini nazionali, e hai amici, che oltre al prosciutto e al parmigiano, sono buon gustai a trecentosessanta gradi, potresti essere capitato nella asserzione: “che belle donne le parmigiane”. Un tempo ne andavo fiero, oggi non perché ho una certa età e mi è calata la vista, ma per la mistura ché né è venuta fuori, ravviso che la realtà oggettiva tribola ad essere conforme, quindi ho difficoltà nell’assentire orgoglioso.
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Parma city of gastronomy, Poveri mangiari, il tarassaco
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Parma city of gastronomy, Poveri mangiari, pesce gatto
Ed ecco che con il sorgere del sole, si ripetono puntuali e marcati i controsensi della mia città. Incongruenze che nel corso dei secoli son succedute a milioni, così come le troviamo nelle tracce della storia, dei suoi ponti, dei suoi borghi e delle sue chiese che ancora oggi ci raccontano.
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Parma city of gastronomy, Poveri mangiari,
I P.A.T. e i gnocchi di patate
E cosi, oggi, un po’ per piacere, ma soprattutto per dovere, direi professionale, mi trovo a tirare di P.A.T. Vediamo subito di risolvere l’acronimo, anche perché oggi si rischia di far spesso e volentieri confusione se non si è veramente addetti ai lavori. Si perché se non sei un preposto, vacci a capire tu! Prendiamo proprio ad esempio P.A.T. Se sei di passaggio e ne senti parlare, potresti alludere ad una pratica INPS, oppure supporre che stanno disquisendo di un nuovo Processo Amministrativo Telematico, ma se fra i convenuti vedi dei tecnici della forestale puoi supporre che si tratti di un Patto Assetto Territoriale se invece al convegno trovi facce rubizze di resdore provenienti dal contado, beh allora sei sulla strada maestra, qui gallina fa buon brodo, non si sbaglia. Siamo in cucina e l’acronimo ha una sola declinazione. Prodotto Agroalimentare Tradizionale.
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parma city of gastronomy Poveri mangiari
Tortorela e i lus
Chi mi segue la mia scalcinata e scacciata rubrica “Poveri Mangiari” avrà notato che il filo conduttore dell’ultimo periodo è il rispolvero.
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Agriturismo Parma, Poveri mangiari, Vellutata di zucca e du granen ed piopà
Lui, l’uomo del mondo piccolo, lui che ebbe tutto o quasi: gloria e galera, amici e nemici, lui che non ebbe mai il piacere di correre a cavallo, ma poté sollevare la polvere delle strade parmensi coi ventitré cavalli della sua inseparabile Guzzi 500. Oggi sarebbe lui a stupirsi di essere in questa terra in cui lottò, più solo che mai contro rossi e bianchi il più amato e rimpianto narratore tradotto in ben più di quaranta lingue.
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Mangiare, Parma, Poveri mangiari, Moralità e lumache
Succedeva, che la budella maiuscola quando era veramente vuota potesse, come potrebbe succedere ancora per il piacere, che portasse e che porti a comportamenti che alcuni oggi definirebbero crudeli. E’ tutto totalizzato, può essere comprensibile che parlare di mettere in tavola lumache, ricci, agnellini possa ad alcuni dare fastidio. Se ci localizziamo mentalmente negli Stati Uniti d’America, la carne di cavallo è considerato “out of” ogni possibile discorso, pari alla carne di cane, così come in India è sacra la vacca.
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Cucina, Parma, Poveri mangiari, ceci
Questo mio incedere a volte incerto a volte sicuro, parlando di cucina, trova conforto nelle parole di Torelli, un giornalista scrittore, ma ancor prima strayé (in giro, fuori sede) parmigiano: “Le memorie vanno rinverdite. Il passato esige che ogni velatura sia rimossa.
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Parma Cucina "Poveri Mangiari" Torelli e il cavolfiore.
Ma dai, non sai cosa mi è capitato oggi? Fra un cucchiaio e un coltello mi è arrivato in mano un vecchio libro di Giorgio Torelli; “L’argenteria di famiglia”, che parla della mia Parma. Miti, luoghi e personaggi della civiltà di Parma rivisitati alla rinfusa e col senno di poi.
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