Sabato 08 Febbraio 2020
Presto sarà carnevale e dal quaderno dei poveri mangiari dell’agriturismo Ciato vi proponiamo un dolce che più povero di così non si poteva fare.
Versiamo tre quattro etti di farina in una ciotola ( vi è una variante, metà farina bianca e metà farina gialla), aggiungiamo un pizzico di sale, una bustina di lievito e stemperiamo un po' alla volta, senza fare grumi, con acqua, fino ad ottenere un composto fluido, in modo che alzando la forchetta cada "a nastro". La giusta consistenza dell'impasto è importante, e la si impara col fare... dopo aver mescolato bene far riposare 15 minuti circa.
Scaldare una piastra o una padella antiaderente, un tempo si usavano i testi, far cadere un mestolino di composto spianandolo un pochino e farlo cuocere da una parte e dall'altra, ottenendo delle morbide cantarelle del diametro di circa 10/12 cm...
Posarle a mano a mano su un vassoio, condirle con un filo di buon olio extravergine e spolverarle di zucchero semolato.
Si possono farcire ripiegandole con marmellate o miele.