Luned� 26 Febbraio 2018
Il vigile Boschi, osteria del Sordo, Gnocchi di spinaci.
Difficilmente noi ragazzini del contado si scendeva in città quando i vigili erano ancora sulle predelle a bande bianche e nere, ci si andava raramente, se non per la scuola. Già i semafori stavano sostituendo gli ultimi direttori di traffico, e noi, con i nostri motorini, vespino o lambrettino 50, NSU, Garelli, Guzzi, Morini, Benelli, chi la Laverda e chi il Motom, chi il Gilerino, se non era per andare a vedere un film che in periferia sarebbe arrivato qualche mese dopo, si preferiva girare la bussola a sud.
In città già ci identificavano come agricoli, razza inferiore, tanta concorrenza, meglio verso il monte, le giovinette erano un po’ meno smaliziate e pretenziose, poi in estate, se eri un po’ sgamato potevi incontrare la cittadinella, che soggiornava dalla nonna rimasta sul colle, a cui piaceva osare. Faceva figo per lei, poter tornare in città e raccontare alle compagne di un’avventura. Stile di vita che apparteneva al luogo e ai ragazzi anni 1945/1950 della pedemontana.
Bene, torniamo in città, per un preciso ricordo. Uno degli ultimi direttori di traffico. Sembrava diretto da Toscanini, tale era la simmetria del nostro vigile con le note che escono dal vicino tempio della musica e che si infilano nei borghi, ma si perdono, si dissolvono per chi non ha l’animo giusto per coglierle. Già il viaggio era ripagato, ne era valsa la pena, se nel scendere dalla Pilotta per via Melloni, incrocio via Garibaldi, sulla predella c’era il sig. Boschi. Di lui ha scritto il Goldoni. “In tanti anni di viaggi per il mondo mi sono fatto una certa esperienza anche in tema di vigili urbani e devo dire che nessuno mi ha mai colpito e quasi affascinato come questo di cui sto parlando. Ha la maestà di gesti del suonatore di timpani, la massiccia agilità con cui piroettano gli elefanti disneyani della danza delle ore. Mi incanta lo stile con cui dà il via libera, non è un comando ma piuttosto il gesto largo e solenne di un maggiordomo che vi fa accomodare, quasi si inchina, accompagnando la rotazione del braccio e lo schiudersi cortese della mano guantata. ………… Vigili dalla coreografia così classica e casalinga non se ne trovano più e per questo sarei ben contento se il comune di Parma le concedesse una benemerenza. Se non altro per il servizio che rende al turismo: quando uno straniero arriva dall’autostrada, non incontra all’altezza della pilotta un vigile urbano che gli chiude soltanto un pezzo di strada, ma un aulico guardaportone che gli spalanca con il braccio tutta Parma”. Chissà, quali gesti suntuosi avrà mai fatto davanti a un buon piatto di gnocchi di spinaci consumato in una delle ultime osterie di Parma, magari dal Sordo, in Bórogh Sòrrogh, dove gli affreschi del pittore Madoi creavano un'atmosfera particolare. Si prendano 300 grammi di spinaci dell’orto già lessati, 300 grammi di buona ricotta, 2 pugni, circa 100 grammi di parmigiano grattato, un pugno di farina, circa 50 grammi, due uova una fetta di burro, 100 grammi circa, noce moscata e sale. Sminuzzate che siano le spinaci, impastare per amalgamare il tutto in modo perfetto. Fare delle piccole palline e cuocerle in acqua salata, scolare e condire in burro fuso e parmigiano. Alcuni le mettono in pirofila e le gratinano.