Parma city of gastronomy, Poveri mangiari,

Luned� 19 Febbraio 2018

Parma city of gastronomy, Poveri mangiari,

I P.A.T. e i gnocchi di patate

 

E cosi, oggi, un po’ per piacere, ma soprattutto per dovere, direi professionale, mi trovo a tirare di P.A.T. Vediamo subito di risolvere l’acronimo, anche perché oggi si rischia di far spesso e volentieri confusione se non si è veramente addetti ai lavori. Si perché se non sei un preposto, vacci a capire tu! Prendiamo proprio ad esempio P.A.T. Se sei di passaggio e ne senti parlare, potresti alludere ad una pratica INPS, oppure supporre che stanno disquisendo di un nuovo Processo Amministrativo Telematico, ma se fra i convenuti vedi dei tecnici della forestale puoi supporre che si tratti di un Patto Assetto Territoriale se invece al convegno trovi facce rubizze di resdore provenienti dal contado, beh allora sei sulla strada maestra, qui gallina fa buon brodo, non si sbaglia. Siamo in cucina e l’acronimo ha una sola declinazione. Prodotto Agroalimentare Tradizionale. 

 

Fra i vari prodotti che la mia provincia ha incluso in un apposito elenco, predisposto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con la collaborazione delle Regioni trovo uno di quei piatti che ha tutte le credenziali per entrare anche fra i miei “poveri mangiari”, pur prestandosi ad un finale dai mille mutamenti e diversificazioni. Prendete dalla cambusa circa un kg. di patate stagionate ma senza butti. Lessiamo le patate che passeremo nel passapatate e stenderemo sul nostro tagliere. Prendiamo della farina non troppo raffinata, lo so, vi ostinate a comprare la zero se non addirittura la doppio 0, non vedi come è bella bianca? Va bén conten ti! Va bene contento te! La quantità di farina per un chilo di patate normalmente è di 200gr. Rompiamo un uovo e impastiamo il tutto aggiustando di sale. Il composto che dobbiamo ottenere deve essere bel liscio e non troppo umido, eventualmente correggiamo con un poco di farina, senza calcare troppo la mano, esagerando otterremmo un gnocco duro e pesante. Prendiamone delle piccole porzioni e facciamo tanti grissini che taglieremo per avere i nostri gnocchi, circonferenza cm. 2/3 l. 3 ca. Ora possiamo passare alla cottura. Buttiamo i nostri gnocchi in acqua salata e bollente. Vale la regola. Son cotti quando vengono a galla. Porzioniamo nei nostri piatti e il gnocco è fatto. Condite con burro aromatizzato con salvia e nevicate di parmigiano. Volete sbizzarrirvi. Avrete allora preparato prima come condimento: un bel ragù di carne tipo quello delle lasagne, coi funghi porcini dell’appennino, con salsa di formaggi, al tartufo, sugo di pomodoro e scalogno, poi date pur sfogo alla vostra fantasia non ci sono problemi, son talmente poveri che si prestano a tutto. Anche ad essere congelati, pronti per un primo fretta e furia. Una volta sagomati stendeteli su una spianatoia dell’abbattitore o una semplice spianatoia per il congelatore, imbustateli congelati. Passati nella farina di mais li puoi anche friggere.

 

 

 

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