Vacanze nel rispetto dell?ambiente
Dicono che ad invecchiare si torna bambini, e da bambini ci avevano, a noi della campagna pedemontana, insegnato a rispettare la terra a non abusare delle sue risorse, ricordo da ragazzini si andava col sacco di iuta nelle stoppie a raccogliere quelle spighe di grano che le prime macchine da raccolta dimenticavano. Si raccoglieva quel tanto da mantenere un piccolo pollaio che dava le uova sufficienti per mantenere la famiglia, che le ramaglie non si buttavano ma servivano per cuocere il pane …………… Nella violenta manifestazione di benessere degli anni sessanta settanta certe cose sembravano superate, l’euforia stessa del benessere a pochi ha lasciato nella memoria che spesso la storia è una linea sinusoidale. Oggi non torneremo probabilmente nelle stoppie, ma il fatto di non abusare di certe risorse che sono poi collegate indissolubilmente con la salute del nostro pianeta ed una venuta della crisi economica alimentata dalla avidità e dissennatezza di alcuni riporta alla mente il lavoro ed il rispetto dei nostri cari vecchi contadini che con le loro limitate conoscenze sapevano bene utilizzare il calore del sole degli amici animali. Ed ecco allora, che qui, si rinverdiscono col tepore della primavera a venire e le moderne tecniche le vecchie mai superate lezioni di rispetto dell’ambiente e l’uso oculato e parsimonioso delle risorse di idro carburi. Se negli anni scorsi ci si era ritornati all’uso della legna (pellet) per scaldare l’acqua quest’anno ci aggiungiamo l’energia elettrica catturata dal sole su una nuova struttura tutta in legno. Così il tuo soggiorno all’agriturismo Ciato non solo sarà luogo di svago, divertimento, di scoperta enogastronomica o culturale, ma una vera vacanza ecologica.
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EXPO 2015
Qui in agriturismo quando si entra in cucina non si entra solo per mescolare ingredienti, per trasformare le materie prime in ghiotte prelibatezze. Sulla dispensa c’è un contenitore particolare che agisce a suo piacere, una polvere magica che si aggiunge a tutti i piatti; è un trito di emozioni legato a ricordi, a persone a cose. Ogni piatto è un emozione che riesplode, ogni volta diversa, perché oltre a ciò in cucina domina la stagionalità, il sole, la pioggia, l’arte, l’umore di chi ha cotto il formaggio di chi ha salato il salume di ciò che le bestie hanno mangiato. Sono proprio questi i magici segreti che assieme al fuoco e alle sapienti meni delle “resdore” tolgono noia e ripetitività alla mensa.
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Ciato: cose strane nell?orto
Come tutti gli anni ho seminato nel mio orto zucche cocomeri e meloni che quest’anno sono nati con ritardo e difficoltà.
Ma la cosa strana sono i meloni. L’anno scorso erano di quattro varietà l’una accanto all’altra e come tutti gli anni ho fatto il seme dai frutti più belli.
La sorpresa di quest’anno in una buca sono nati questi strani meloni che ancora non hanno raggiunto la maturazione. Hanno un diametro di 28 cm di pelle liscia e verde chiaro, per darvi un idea della grossezza, mai avuto meloni così grossi, ho messo di fianco un pacchetto di sigarette.
Sicuramente è un incrocio naturale! Qualcuno ne sa di più? Grazie.
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Agriturismo Parma ?Torno alla terra?
Certo, la mia è stata una scelta, da giovane svolgevo tutt’altra attività, guadagnavo bene, macchine di lusso, cene, viaggi, ma tutto questo rincorrere beni spesso inutili mi sembrava una corsa senza fine, ti allontanava dalla famiglia dall’essere uomo animale, che forse, come oggi dicono in diversi sarà colui che ci salva. L’uomo è un animale, evoluto se vuoi, ma spesso più feroce del leone e del lupo, proprio per il suo egoismo la sua tendenza all’essere supremo che rischia di mettere a rischio la sua stessa esistenza. Pensa se ci sentissimo per quello che siamo, un animale, la cui sua unica preoccupazione è procurarsi il cibo, per avere l’energia di cantare, fare l’amore, passeggiare nel bosco, nuotare nel mare o volare alto nel cielo. Pensa se invece di cementificare, creare continui nastri di asfalto che ci stressano e ci rubano un quarto del nostro vissuto, ci inginocchiassimo per coltivare il nostro cibo e godere delle meraviglie di madre natura. Ma serve veramente usurpare, rovinare questa palla meravigliosa che gira nello spazio per avere sempre di meno? Oggi anche le scuole tendono a riavvicinare i bambini alla terra, li portano in campagna, ma che sia già ordinata, già predisposta, magari gli facciamo piantare anche le piantine dell’orto; ma che ne sapranno mai da dove esce quella piantina, come mai quel fazzoletto di terra è così ben predisposto, oggi trovano tutto preconfezionato, anche l’orto di casa, al ipermercato, un concentrato spesso pieno di cose non dispensabili di cui ti inculcano il bisogno per arricchire un tuo simile. Non saranno i sindacati, ne gli impiegati burocrati, ne i magnati della grande industria a salvare il mondo, ma probabilmente quella categoria di animali un po’ bistrattata, un po’ derisa che nell’evoluzione ha continuato a coccolare la terra. C’è chi ci gioca in internet alla fattoria, si semina e si raccoglie in giornata, io all’agriturismo Ciato, spesso impreco per la stagione avversa, mi impegno per recuperare, capire il perché, seguire e assecondare la stagione, ma riesco anche a gioire, a sentirmi integrato in un sistema che cresce con me e con la forza delle mie mani e delle capacità acquisite negli errori.
Schianchi Mario
Agriturismo Ciato – Parma-.
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Ritorna la voce dei campi.
Un recente articolo sulla “Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma” pubblicato da Agro Tour News” e “ Virgilio Viaggi” uscito in concomitanza alle enunciazione del prof. Massimo Bergami dell’Università di Bologna, già collaboratore al ministero del turismo, mi portano a ritornare sul discorso turismo Italia e condividere alcune delle carenze del nostro sistema: mancanza di coordinamento e di innovazione. Eppure se non ricordo male la legge 268/99 sui percorsi enogastronomici era promulgata per essere coordinamento della promozione territoriale! Se è vero che l’industria sul turismo coinvolge a livello nazionale circa duemilioni e duecentomila addetti generando un Pil pari a centotrentacinque miliardi e se il piano esecutivo del governo prevede per il duemilaventi un aumento di trenta miliardi ed un incremento di mezzo milione di addetti, siamo in grado di raggiungere l’obbiettivo? L’analisi sulle potenzialità direbbero di sì. Infatti l’Italia sempre secondo attendibili stime detiene il cinquanta per cento del patrimonio artistico culturale mondiale oltre al notevole patrimonio enogastronomico che fa da traino al turismo congressuale e generale. Ma nel contempo abbiamo perso significative quote di mercato scivolando al terzo posto, dietro Spagna e Francia, mentre il turismo mondiale continua a crescere. Il nostro Paese a “asset unici al mondo” riusciremo a distruggerli andando al duemilaventi con la solita tiritela, faccio io no faccio io, no io non mollo o sapremo fare sistema?
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Parma: riflessioni di un agriturista
Quando si pensa al turismo, inevitabilmente viene alla mente la parola "viaggio", per cui si può associare il termine "turismo" al termine "viaggio". In un contesto del genere, si può definire il turismo come qualcosa che è nato con la formazione dei primi agglomerati, perché il viaggio nasce dall'esigenza di comunicare tra un centro e l'altro. In molti guardano al turismo dal punto di vista statistico, economico, storico o psicologico, trattando quindi soltanto un aspetto di questo fenomeno che invece spazia dall’economia alla cultura, dalla religione allo sport, dal commercio alla medicina alla voglia della scoperta enogastronomica. Si rimane quindi perplessi quando i nostri amministratori al commercio, alla cultura ragionano più nell’ottica di eventi che spesso hanno una più marcata connotazione di giusta aggregazione della comunità locale senza azzardare una più lungimirante azione turistica dell’evento.
Molteplici ed ammirevoli sono le iniziative che si svolgono a livello locale, anche con considerevole sforzo economico, ma che non analizzano le eventuali e possibili ricadute che l’evento potrebbe avere se fosse visto anche con un occhio di attenzione al viaggio.
Creato l’evento, anche se interessante e di grande appetibilità non è detto che automaticamente abbia una ricaduta conveniente sul territorio e sulle sue attività economico commerciali, bisogna essere capaci di trasferire il messaggio da una persona ad un’altra.
Comunicare significa farsi comprendere. E la cosa non è mai scontata. Per poter comunicare bisogna senza dubbio sapersi esprimere ma perché una comunicazione si realizzi occorre:
- conoscere il mittente;
- conoscere cosa vuole comunicare;
- conoscere il destinatario;
- usare appropriati veicoli di trasmissione;
- saper suscitare interesse;
-. informare esaurientemente;
- ascoltare e valutare le reazioni del destinatario;
- migliorare, se necessario, il contenuto dell’informazione trasmessa, usando differenti e più efficaci mezzi di comunicazione se necessario;
- suscitare interesse con altri stimoli;
- riascoltare e valutare di nuovo le reazioni del destinatario.
Per tutte queste considerazioni dobbiamo ricordare sempre che il destinatario del nostro messaggio è qualcuno al quale non interessa instaurare un colloquio con noi, a meno che non siamo noi a stimolarlo e ad interessarlo con appelli allettanti.
Considerato in continuo aumento il turismo internazionale viene da chiedersi come mai l’Italia Paese unico al mondo per le sue molteplici potenzialità turistiche sia in affanno.
Forse la risposta è da ricercare proprio nella mancanza o scoordinata comunicazione dovuta non tanto alla non capacità di trasmettere, ma piuttosto ad interessi particolari che mettono più in contesa che in rete.
Italia Paese da milioni di grandi eventi autoreferenziali!
Sarebbe più interessante che gli assessorati preposti, che gli addetti ai beni culturali e ambientali fossero più propensi a rendere accessibili e fruibili e adeguatamente valorizzato un patrimonio che avi e storia ci hanno lasciato in eredità.
Schianchi Mario
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Assemblea annuale della "Strada Del Prosciutto" il discorso che terr? questa sera.
Questo nostro incontro ha un importanza che supera tutti i precedenti e che mi induce a sentire e vivere insieme a voi e per voi e agli operatori di questo nostro territorio, la volontà di riscatto, di ripresa, di rinnovamento e di ricostruzione per salvaguardare un patrimonio creato dalle passate generazioni e di migliorarlo per le future.
E’ vero, la crisi che stiamo vivendo porta tristezza, sconforto, risentimenti, avversioni e divisioni, ma non è solo questione di crisi, spesso e mancanza di intenti e di volontà.
Tutto ciò può portare a decisioni affrettate e disperate o quantomeno avventate.
Ma la storia ci insegna che questa terra non si rassegna facilmente e se qualcuno pensa di farci perdere la nostra identità per questioni di copertina ha sbagliato e sbaglia, perché noi siamo inscindibili dalle nostre aziende, dalle nostre botteghe, dalle nostre attività e nessuno può pensare di distaccarci dall’animo anche se sopito dei nostri mestieri, e se chi opera non ha nell’animo l’alito del territorio è corpo estraneo.
La nostra non è una campagna di poltrone, ma una battaglia di identità, si, identità di un territorio che abbiamo l’obbligo di salvaguardare e soprattutto di promuovere al di la e al di sopra di ogni ideologia, perche è un territorio che non ha eguali né in patria né nel mondo.
Sono dodici anni che siamo assieme e quando ci è stato permesso, quando ci hanno consentito di occupare quegli spazi che oggi per voi mi sento di rivendicare la “strada” ha avuto e portato i meritati riscontri, non ebbe difficoltà il censis a classificarci terzi su 156 strade riconosciute a livello nazionale, non ebbero difficoltà le città del vino a riconoscere la nostra segreteria una delle più efficienti a livello nazionale.
Per me presidente era in quegli anni impossibile partecipare a tutti i convegni e congressi in cui venivamo richiesti, fummo motivo di studio per la Bocconi di Milano e per l’estero e per alcuni lo siamo ancora.
Non è tempo di apologie né di voltarsi indietro ma di guardare all’avvenire.
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Ciato, Parma; ritornano gli svedesi.
Nei giorni scorsi ha fatto tappa all’agriturismo Ciato di Parma una nuova delegazione lappone, Svezia del Nord, per approfondire e studiare la promozione territoriale.
La delegazione dopo una breve visita alla città si è recata nel borgo del castello di Torrechiara per far visita all’Antica Cantina del Borgo, per carpire i segreti della vinificazione tradizionale e per acquistare quel tanto di nettare di Bacco possibile da portare in patria. Dopo un brindisi conviviale tutti a Ciato per un focus sulla promozione, al mattino successivo al Fabiola per vedere la lavorazione del Parmigiano. Ma perché gli svedesi si sono innamorati così di Ciato.
A prescindere dal loro dire……. e continuo diffondere in patria la voce che io sia un personaggio, credo lo si debba all’Italia; Paese della qualità e dei cibi buoni, genuini, belli e variegati; come lo sono i monumenti, il suo territorio, il clima, le sue molteplici coltivazioni, la storia, le tradizioni e a volte forse sì, anche le sue risorse umane.
Un mix non riproducibile su questo pianeta.
Eppure se andiamo a leggere i dati agroalimentari e turistici stiamo perdendo terreno.
L’export italiano food e wine è al 19%, mentre sale al 27% per la Germania e al 25% per la Francia. C’è da interrogarsi!
Se da un lato i medi e piccoli produttori continuano a sfornare “must” di indiscussa qualità, i nostri grandi centri di distribuzione continuano a litigarsi aree del nostro territorio mentre McDonald, Starbucks, Lidl e Correfour invadono l’Europa.
Forse a noi basterebbe poco per migliorare la situazione, magari andando a recuperare una percentuale del falso mede in Italy.
Ma non può essere compito dei piccoli e medi produttori, e già sufficiente che loro incentivino il turismo enogastronomico e promuovano il prodotto come fanno i soci delle 156 “strade dei vini e sapori”; la commercializzazione del prodotto spetta ad altri che straparlano di sinergie ma hanno le reti bucate.
Un esempio c’è vicino a noi: Il Trentino Cooperativo e il MKT Territoriale che sta mettendo in essere la Valle d’Aosta. Ma l’Italia in generale sembra incapace anche di copiare.
Già….. sono valli lontane!
Schianchi Mario
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Shoma
E’ arrivata fresca fresca dal Giappone l’immagine del piccolo “grande” Shoma, nostro simpaticissimo ospite di cui già parlammo nel nostro post “strade dei vini e dei sapori”
Con il permesso dei genitori la pubblichiamo volentieri e con orgoglio, perché proprio come avevamo annunciato anche un piccolo agriturismo come Ciato può essere motore di promozione delle produzioni e tradizioni locali. Un ricordo indelebile che Shoma si e portato a casa e incita la mamma a riproporgli le pappardelle con ragù di prosciutto consumate presso il nostro agriturismo.
BUON APPETITO SHOMA! E tanti complimenti alla mamma che ha imparato a farle e cucinarle, un abbraccio anche al papà ed ai nonni.
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Turismo enogastronomico. Funziona; mi ci ficco!
Il turismo enogastronomico funziona, nel 2012, supera abbondantemente i cinque miliardi di fatturato collocandosi fra i turismi emergenti, una nuova formula di turismo culturale, e per coldiretti, un italiano su tre, ritiene il cibo fondamentale per il successo della vacanza che per essere perfetta non deve mai far mancare la degustazione delle specialità enogastronomiche locali. Sono ben 229 le denominazioni di origine riconosciute dalla Comunità Europea all’Italia e oltre 4600 le specialità tradizionali censite dalle regioni, 505 i vini ad origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (Igt), unico Paese al mondo a vantare un tale patrimonio. Oggi il cibo supera, sempre secondo l’indagine; musei 29%, shopping 16% e sport al 6%. Un segmento di turismo quello enogastronomico, che non si può sottacere e che può essere l’arma vincente per un rilancio complessivo del settore, oggi più che mai la competizione fra le destinazioni per le vacanze, va gioca sulla qualità dell’intera offerta turistica. E’ dimostrato che se ben progettato e gestito, può diventare una vera risorsa per l’economia e anche un motivo per rivivere spazi geografici reconditi. L’intuizione dovrebbe essere riconosciuta alle città del vino seguite a breve dai percorsi enogastronomici ed a quei legislatori che promulgarono la 268/99 dando una legislazione, ma come sovente accade in questo Paese “piatto ricco mi ci ficco”. Il fatto che tutti ci si ficchino di per se non è negativo, negativo può essere il fatto che ci si ficchi chi non ha le dovute competenze, chi non ha alle spalle una conoscenza e una tradizione, chi lo fa perché ritiene sia un momento in cui li si può attingere, chi lo fa in concorrenza al ribasso sulla qualità delle proposte.
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P.I.L. o stile di vita? Le correzioni del prof. G. Vigan? Uni Bocconi
Riporto volentieri, smpre disponibile al dialogo e al confronto e a cogliere autorevoli suggerimenti le considerazioni del prof. G, Viagnò, grande maestro del Mkt territoriale, della Uni Bocconi di Milano
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P.I.L. o stile di vita?
Riporto il mio interevento come presidente del percorso enogastronomico "Strada del Prosciutto e del Vino dei Colli di Parma" alla XXII fiera del tartufo di Fragno.
Schianchi Mario.
Ringraziamenti.
Innamorato di Calestano, della sua fiera.
Valorizzazione è reddito per un territorio da un prodotto riproducibile senza depauperare, al pari del vino, dell’olio….
Il tartufo, un prodotto che a pieno titolo entra nell’ economia sostenibile, un modello di sviluppo che recupera ed integra i concetti dell'economia tradizionale e dell'ecologia, seguendo i principi della vocazionalità e dei talenti.
L'Economia sostenibile, si fonda sulla capacità del sistema Terra, di ripristinare in un certo periodo le stesse energie utilizzate, un modo di agire che contribuisce a salvaguardare la società e conservare l'ambiente per le generazioni future.
L’economia finanziaria, quella perseguita negli ultimi decenni è una ricchezza fittizia che ha determinato un impoverimento del patrimonio ambientale originario attraverso la sua monetizzazione. Tale accumulazione viene definita (PIL) Prodotto Interno Lordo che viene visto quale indice del benessere di una nazione.
Ancora oggi molti amministratori occidentali vantano di avere aumentato il PIL del loro comune di avere raddoppiato, triplicato il numero degli abitanti senza rendersi conto del rovescio della medaglia, a meno che non sia in mala fede e celino un interesse personale come purtroppo spesso oggi la stampa enuncia, e tutto ciò comporta una spesa continua per adeguare le strutture che servono alla vita del territorio, rifiuti, scuole, rete viaria, casa; nuova e indiscriminata cementificazione, ricordiamoci che siamo fra i paesi più cementificati, e quindi continua energia, che il nostro pianeta non sempre riesce a riprodurre, non tralasciando il problema di spostamento di grandi masse di popolazione con le conseguenze che ben tutti conosciamo.
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Turismo: contadini e assessori
Non so se ai contadini è concesso suggerire agli assessori, esprimere un opinione e una proposta che potrebbe essere di aiuto al Paese. Non è un pensiero originale che il modello attuale dell'economia italiana debba evolvere per affrontare i terribili sconvolgimenti macroeconomici dell'Europa e del mondo. Un approccio differente deve essere perseguito per riguadagnare le posizioni perdute, garantire un ruolo al nostro Paese nello scacchiere mondiale e preservare un posto di lavoro a centinaia di operatori di buona volontà. Una proposta sicuramente populista di cui si parla da anni, … se ne parla …… , tant’è che addirittura stiamo perdendo sempre di più posizione. Si potrebbe partire, e anche questa e cosa nota, dall’educazione, per permettere una formazione più adeguata ed attinente ai tempi e alla necessità delle nostre aziende di settore, una formazione più pratica, più umanistica e meno teorica, coi piedi per terra. Ritengo che il nostro Paese, le nostre città dovrebbero guardarsi in casa seriamente, valutare con attenzione il loro patrimonio storico e culturale. Lo sanno, ma ci si contraddice, e spesso lo si da in gestione al ministro o all’assessore più sfigato o ancor peggio ad un assessore già impegnato che lo tiene come delega di terza battuta, diventando una risorsa mal sfrutta, quando non è devastata o gestita con improvvisazione. Un patrimonio che non crea reddito, almeno a casa nostra se è vero come è vero che il Colosseo e dato 1 a 10 alla torre Eiffel (con tutto rispetto), se le aziende enogastronomiche degli operatori francesi diventano di difficile gestione durante i fine settimana e qui da noi si tribola a impegnare la giornata. L’informazione e l’accoglienza, in questa epoca moderna, sono materie facoltative, presuntuosamente pensiamo di saperlo fare. Ma se ci guardiamo intorno la promozione è una babele in cui il turista tribola ad orientarsi, nel contempo un dispendio di risorse, spesso pubbliche che solo da noi trova giustificazione. In queste condizioni economiche è opportuno “copiare” anche a livello internazionale ed è inderogabile a livello regionale e nazionale una nuova stagione di cooperazione pubblico privato in cui anche la nostra regione in un recente passato ha dimostrato di esserne all’altezza. Logicamente parliamo di TURISMO.
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Wine Lovers
Non sono dei sommelier, ma sempre più numerosi gli stranieri che arrivando in agriturismo ci chiedono di assaggiare le varie tipologie di vino del territorio, perché; che si parli di lambrusco o di berbera piuttosto che di malvasia hanno sapori ed aromi che difficilmente riscontrano nella stessa tipologia che trovano nei loro Paesi. Un valore aggiunto e un impegno sempre più oneroso per gli operatori dei percorsi enogastronomici, ma che proprio nella vera identità del territorio trova il valore aggregato che fa si che questo segmento di turismo non abbia risentito della crisi e rimanga di aiuto a tutto il turismo culturale, artistico che sia. Anche per la gastronomia c’è un cambiamento di richiesta, calano i piatti a base di carne a vantaggio di piatti più “poveri” e semplici ma pur sempre legati alla tradizione, una rivalutazione del cibo semplice e genuino, che negli USA e in Europa si moltiplicano con grande successo. Sarà opportuno prestare attenzione a questa piccola evoluzione nell’indirizzo delle coltivazioni dei nostri agriturismi e nella preparazione dei piatti. Sarebbe anche interessante studiare un sistema affinché anche le piccole realtà associate, superato il timore della concorrenza e capito che anche le piccole diversità possono essere un valore aggiunto per gli operatori, poter far si che chi si porta a casa un emozione di un gusto forse inaspettato avesse la possibilità ogni tanto di trovarselo anche sul cancello di casa ad un costo accessibile. E’ così la rincorsa alla globalizzazione alla standardizzazione acclamata dai saggi della grande distribuzione e della grande industria incomincia ad andarsi a far friggere. Ritornano e sono sempre più ricercate le produzioni di nicchia. Nei paesi più evoluti quelli di cui si dice abbiano raggiunto il così detto “benessere” assistiamo ad una controtendenza dei consumi sfrenati ed omologati, il consumatore si sta avviando verso cibi che più valorizzano il territorio e che sono ecosostenibili. Non si parla di chilometro zero, ma di un mercato nuovo, per chi né ha la possibilità, che si affianca al mercato imposto, consumatori sicuramente disponibili a fare un passo indietro, ma che prestano sicuramente anche maggiore attenzione alle esigenze del pianeta. Noi all’agriturismo Ciato ci stiamo lavorando da anni, essere precursori delle tendenze spesso non ripaga materialmente ma moralmente appaga. Opportunità che va colta e valorizzata specialmente in questi momenti. Un occasione per conciliare la sana aria aperta della nostra food-walley al sano cibo.
Schianchi Mario
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Tourism: the things that spur you to continue
Very pleased to find someone who rising from our farm shows that he brought home an experience and an emotion and when we come to knowledge willingly report. Errors can be caused by translation from German into Italian and English even if we put them all there with google translated. Three hours ... this is a major failing in our industry for which we apologize, ......... but with a little 'engagement with the Germans we manage.
Ciato Farm, a beautiful postcard of the foothills of Parma, with the aim that overlooks the hills and the castle of Torrechiara. At night the lights of the villages seem a crib in the sky with Orion, while during the day the Irish green covers most of the green hills, interrupted by beautiful color palettes of branches. An ideal place to enjoy the area, especially if accompanied by a glass and some sausage. Here the women of the farm are teachers in preparing the "fried cake" a simple mixture typical of Parma, which dates back to the Lombards (flour, yeast, water, olive oil, salt), served still warm with culatello , ham, bacon with a dream of 30 months and cooked shoulder. Meats stored in underground cellars because they tell us or sudden changes in temperature or light must hit them, but they must be kept from the womb of Mother Earth. Then a glass of hills in Bormioli glass, unbreakable ones, those of the grandmother to speak, from the thick glass and wide mouth, where you can poke your nose, so that oxygens well and releases the scent of this wonderful part of ground while ago entertain the taste buds. The kitchen churns out dishes that are excellent, but for the first evening we stopped here, tired of traveling, but mostly satisfied and happy to take to your room, simply but nicely furnished with tact and, above all, with large bathroom, a pleasant taste and savory that is not so persistent desire or coffee or lquor, if not a little chat with real people.
W. Albert.
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Parma-Turismo: una malvasia con Giuseppe Verdi
Le recenti polemiche sul Teatro Regio di Parma e sul festival Verdi mi hanno portato a chiedere proprio a Giuseppe se si sente un attrattore turistico. “Il patrimonio culturale ed artistico è da sempre una delle motivazioni di viaggio ed oltre alla mia musica Parma ha anche un teatro storico, legato al Ducato e una buona nomea c’è l’hanno o c’è l’avevano anche i parmigiani loggionisti. L’identità è un fattore importante per il turista, un identità locale che dovreste avere conservato, di contro dovete ricostruirla, e perché no enfatizzarla …. E’ fondamentale; l’Emilia-Romagna si promuove con l’espressione “Terra con l’anima” e se nel prodotto non c’è un anima cosa può comprare il turista? Il nulla! E’ prodotto quel qual’cosa che ha un nome proprio una sua generalità che il turista ritiene unica o perlomeno diversa. La conservazione, il mantenimento di questa identità per un territorio è fondamentale perché sia attraente anche turisticamente. Parma poi, è un contenitore unico di motivazioni. Nella “cultura” è possibile individuare tanti motivi per altrettante, diverse, vacanze; il passaggio dalla “cultura” intesa come unità monolitica del sapere, alle “culture” espressione di valori diversi e compresenti è labile e la domanda di turismo culturale varia a seconda dell’intensità della motivazione. Spesso è rafforzata dalla voglia di scoprire le produzioni, dall’enogastronomia, dal paesaggio e dalla fama di ospitalità che un territorio sa esprimere. Mirare giusto al segmento di chi intende la cultura in modo maniacale quasi da farne uno studioso rispetto a chi ha questa motivazione più fragile può essere riduttivo per un territorio che esprime tante altre opportunità non vanno trascurati coloro che come motivazione maggiore possono avere l’evasione occasionale per rivedere amici e parenti per rilassarsi fra i borghi …….. , ma ciò non toglie che anche per loro la serata a teatro possa essere il retrogusto piacevole e memorabile in una vacanza nata con finalità diverse. C’è da costruire un prodotto pieno di prestazioni che siano appetibili per il turista, che già prima del viaggio lo emozionino. Se costruito bene c’è ricaduta per il territorio, il valore economico massimo si genera quando un turista dorme nel luogo che visita, non si genera quando un turista vi trascorre poche ore o una sola giornata. In questi casi capita spesso che i costi sociali siano nettamente maggiori dei ricavi, come è nel caso di troppe manifestazioni autoreferenziali”
Schianchi Mario
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Agricoltura: ne parla Scaramuzzi
Quando c’è un attimo di tempo è sempre piacevole andare a sbirciare quello che i nostri vecchi professori di agraria avanti negli anni ma al passo coi tempi, magari inascoltati, continuano ad enunciare. Oggi mi sono soffermato sulla relazione del prof. Franco Scaramuzzi, professore emerito e medaglia d’oro dell’Università di Firenze, presentata all’accademia dei georgofili a maggio; di cui mi piace riportare alcuni passaggi.
“Per mantenere piacevole e rigoglioso il paesaggio agricolo, occorre innanzitutto che sopravviva un agricoltura valida, quindi cangiante nel tempo e dalla quale gli agricoltori possano trarre reddito. La difficoltà di conseguire un reddito –continua il prof. Scaramuzzi- da parte delle aziende agricole, rappresenta oggi il vero e prioritario problema da affrontare con urgenza, facendovi convergere ogni iniziativa. Non si può pretendere che gli agricoltori continuino a svolgere i loro importanti ruoli di pubblico interesse senza alcun riconoscimento e senza un reddito proporzionato al proprio impegno.
Così dopo avere spaziato sulla storia dell’agricoltura ed aclarato che oggi a diversità degli anni dello scorso secolo per fare impresa servono soprattutto due fattori: “Conoscenza e finanza rappresentano il binomio indispensabile per il rilancio dell’agricoltura. Il capitale fondiario, è rimarrà, un importante punto di partenza e di garanzia. Ma il terreno agricolo è da considerare come bene strumentale produttivo, così come le macchine, le strutture e gli attrezzi indispensabili per svolgere qualsiasi attività manifatturiera sia a livello industriale che artigianale. Quindi non più soltanto come bene immobiliare, inteso come logiche patrimoniali e capitalistiche”. La terra, bene strumentale sicuramente non riproducibile ed in continua diminuzione come dicevamo nel nostro post precedente (http://www.ciato.it/news_dettagli.php?lang=ita&idnews=289) che sempre più in un’ ottica di solidarietà sociale dovremo curare con tutte le dovute attenzioni. “Anche gli attuali provvedimenti -continua il professore- dettati da urgenze finanziarie , devono evitare ingiuste ed improvvide imposizioni che considerino la terra e i fabbricati colonici come bene da rendita anziché come strumento essenziale per un reddito del lavoro agricolo”. Tutto ciò lo riportiamo per nostra memoria, per ricordare uomini che in qualche modo abbiamo conosciuto e che a nostro avviso hanno caratterizzato il secolo scorso.
Mario Schianchi
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Dal set a side alla fame di suolo.
A chi abbia giovato, premesso che eticamente era molto discutibile, non è dato a sapersi, di contro oggi scopriamo di avere non sufficiente terreno per sfamarci. Questi i dati allarmanti resi noti dal ministro delle politiche agricole nel dossier “Costruire il futuro: difendere l’agricoltura dalla cementificazione” Dagli anni settanta abbiamo perso una superficie agricola pari a Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna. Ma soprattutto abbiamo perso i terreni migliori, quelli deputati a seminativi, da cui si ricavano i prodotti base dell’alimentazione. Un dato questo che riguarda un po’ tutto il pianeta; aumenta la popolazione diminuiscono i coltivi. Stessa situazione ci dicono riguardi la Cina che se mai la loro dieta dovesse eguagliare la nostra mancherebbe in percentuale un dieci per cento di coltivabile per avere l’autosufficienza. Secondo dati ISTAT 2012 cemento, asfalto, metallo e vetro occupano il sei punto sette del territorio nazionale, la terra più fertile, la pianura padana balza al sedici punto quattro. “La sottrazione di superfici alle coltivazioni abbatte la produzione agricola, ha un effetto nefasto sul paesaggio e, di conseguenza, sul turismo.
Tutto ciò - ha aggiunto il Ministro - avviene in un Paese come il nostro dove il livello di approvvigionamento è molto basso, dato che più del venti per cento dei consumi nazionali è coperto dalle importazioni.” Se sino ad oggi la meccanizzazione l’innovazione tecnologica l’uso massiccio dei fertilizzanti ha supplito in grandissima parte alla sottrazione di suolo alla produzione, oggi si è giunti al punto in cui l’applicazione di maggiori quantità di tecnologie attualmente disponibili non corrisponde ad un incremento del rendimento della terra.
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Parma i biscotti di Maria Luigia d'Austria Duchessa di Parma
Sicuramente la cucina è stata sempre per Parma un piatto forte ed ebbe come già abbiamo avuto modo di raccontare nelle nostre news grande importanza durante la reggenza del “Ducato di Parma Piacenza e Guastalla” da parte di Maria Luigia, già moglie di Napoleone, dove nella cucina locale si incontrarono i si integrarono cucina francese ed asburgica.
Se la Sovrana amava le paste ripiene quali tortelli ed anolini, i brasati, i bolliti e il petto di pollo da cui si dice abbia preso il nome il famoso involtino duchessa di Parma, non disdegnava certo i dolci anche semplici, come il biscotto che vi raccontiamo, da “pocciare”, viste le sue caratteristiche, sia in latte fresco che malvasia dolce dei colli di Parma, che certo non mancava nelle cantine del Palazzo Ducale, oggi sede dell’EFSA. Si racconta che il biscotto sia da attribuire a Agnoletti Vincenzo credenziere e liquorista presso la corte di M.L. d’Austria. Agnoletti, nel 1803 editò in Roma il suo ricettario di non facile comprensione “La nuova cucina economica”
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Parma: cucina a rischio. Risponde il prof. Giovanni Vigan?
Alcuni giorni fa sulle nostre pagine dinamiche avevamo pubblicato l’articolo che qui riportiamo e che il prof G. Viganò docente di MKT territoriale alla Università Bocconi di Milano ha voluto gentilmente commentare.
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Notte di S. Giovanni; tradizioni della pedemontana parmense all?agriturismo Ciato
Oggi, San Giovanni, l’agriturismo Ciato, vuole ricordare ai giovani agricoltori e non, alcune tradizioni senza senso e senza età, usanze tramandate nel tempo, che nascondono verità labili ed eteree come la schiuma del malvasia con la quale questa notte abbiamo brindato sino a che la luce ha vinto sulle tenebre in questa magica notte parmigiana.
-L’uomo del contado nella sua straordinaria saggezza nella celestiale notte cosmica usava interpretare il volo delle lucciole. Ne definiva le fortune o le sfortune dell’anno agricolo affidandosi alla cabala della natura a seconda della loro baluginante danza. Se le lucciole volavano basse rasentando i fossi si prevedeva un estate siccitosa e canicolare, se il volo era alto e rasentava i rami delle siepi e degli alberi l’estate si prevedeva fresca e piovosa. Per prevedere ancora di più l’andamento dell’anno meteorologico si ricorreva a 12 fette di cipolla posate per tutta la notte sul davanzale della finestra, e questa mattina, 24 giugno, le fette più intrise dalla prodigiosa rosada ed San Svan indicano i mesi più piovosi dell’anno.-
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Small is beautuful
Lo dicono gli ospiti, Ciato inizia la sua attività turistica negli anni novanta e da quegli anni è una continua innovazione che presta la massima attenzione sia negli ambienti che nella cura degli spazi circostanti all’ospite. Chi ha scelto noi ha avuto facile riconoscibilità, è uno dei nostri punti di forza; il contato personale, famigliare. L’attenzione al cliente è fondamentale, manutenzioni ordinarie e straordinarie tengono sempre conto dell’impatto sulla clientela, quindi si creano in continuazione nuovi angoli dove anche l’ospite meno voglioso del trekking o della visita alla città abbia l’opportunità di passare la giornata annusando i profumi del giardino e dell’orto o immergersi in una lettura, approfittando anche della nostra biblioteca, all’ombra di un rosaio selvatico. Ristrutturazioni e manutenzioni sempre con grande attenzione al green.
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Da Fiera Agricola Verona.
Riporto in sintesi alcune frasi dell’intervento Josè Manuel Silva Rodriguez direttore generale della commissione agricoltura della CE “siete tra i fondatori della Pac, che quest’anno festeggia i 50 anni, e che non può essere concepita senza il contributo italiano, che è fondamentale"….. Riferendosi ai principi guida "richiedono una diversa elasticità nella loro declinazione per effetto di una maggiore volatilità dei prezzi, per l’aumento dei costi di produzione, per l’aumento della domanda di cibo e anche per i cambiamenti climatici in corso…… Serve dunque un approccio nuovo da parte delle istituzioni verso il mondo agricolo"….."bisognerà superare le tensioni delle cosiddette “4F”: food, feed, fuel and fiber (cibo, mangimi, energia e fibra), la nuova Pac dovrà appunto superare queste sovrapposizioni"…. "sarà coniugare competitività e ambiente, perché non può esserci competitività senza una tutela ambientale. La Pac d’altronde è una risorsa non soltanto per gli agricoltori, ma per tutti i cittadini dell’Unione europea. E’ per questo che agli imprenditori agricoli si chiede di compiere uno sforzo sociale.
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Sant'Antonio Abate.
Domani sarà il giorno di S. Antonio Abate, protettore del maiale, meglio di tutti gli animali. Il santo a cui ci si rivolgeva se afflitti dall’omonimo herpes, sì perché considerato anche il santo del fuoco che nessuna acqua poteva spegnere. Qui nella pedemontana parmense un tempo era festa grande, oggi il prete finiva il giro della benedizione alle fattorie e la sua canonica straboccava di uova, salumi, polli e di ogni ben di Dio Domani nelle aziende si sarebbe operato solo per la cura degli animali. C’è chi sostiene che nella notte di S. Antonio le mucche avrebbero parlato. Sant’Antonio abate, detto anche sant'Antonio il Grande, sant'Antonio d'Egitto, sant'Antonio del Fuoco, sant'Antonio del Deserto, sant'Antonio l'Anacoreta, dai parmigiani è più conosciuto come “Sant’Antonj dal gosen”. A lui si deve la costituzione in forma permanente di famiglie di monaci che sotto la guida di un padre spirituale, abbà, si consacrarono al servizio di Dio.
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Sarkozy, ti lancio il guanto! Buon Anno a tutti.
Dopo avere "commissariato" la politica economica del belpaese, la Francia decide le sorti anche della nostra ristorazione: secondo i rumors, sono gli ispettori francesi a decidere chi entra e chi esce dall'olimpo dei "tre stelle" Michelin.
Così titola l'articolo di WineNews del 10 novembre 2011 "gli ispettori francesi godono di un vero e proprio diritto di veto" e così rischia di uscire chi è legato ad una cucina troppo italiana.
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