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Parma Turismo Poveri mangiari le castagne dal rezdor

Se è vero come è vero che la castagna è la regina del bosco, simbolo indiscusso dell’autunno, il frutto che più di ogni altro ha contribuito a sfamare passate generazioni è anche giusto che gli si dedichi un ulteriore ricetta, anche perché di dolci e delizie non è poi così facile trovarne nei poveri mangiari delle passate generazioni, specie se dovevano interessare i più anziani.

I marroni o le castagne arrivavano qui da noi in pedemontana dall’alta val Parma, in cambio di grano, l’arte del baratto.

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Parma, agriturismo, tripadvisor, booking, trivago, bbplanet, bed-and-breakfast.

Se devi venire a Parma per mangiare, dormire, per turismo in generale e pensi di trovarmi girando e cercando su siti a pagamento, se pensi di trovare delle recensioni in ogni dove, se pensi di trovare qualche convenzione, sei fuori strada, non mi troverai mai, perché il mio MKT è antico più di me, le mie radici sono di qui, non sono un trapiantato, uno arrivato dalla città, sono cresciuto succhiando quei pochi nutrienti che questa terra da a chi l’ha saputa lavorare ed innaffiare con il sudore della sua fronte. Quindi la mia bisaccia è vuota di sali minerali, proteine e vitamine per alimentare altri corpi, qui non c’è spazio per chi pensa di poter vivere mangiando nell’orto del vicino. Questo è un ambiente burbero, scontroso, accigliato e scostante, dove il meglio lo tengo per me e per gli amici, un ambiente, però, dove, se entri in punta di piedi puoi gustare dei miei saperi, dei miei piaceri, dei miei tesori, senza nessuna mediazione.

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Parma Poveri Mangiari Pattona

La castagna, regina dell’autunno, buona per natura: secca, lessata, abbrustolita e … in farina. Sono i tortelli di castagne, la sfoglia, la pattona e le frittelle che troviamo fra i nostri piatti tradizionali che ne sfruttano la dolcezza. Dopo attenta raccolta del frutto ne segue una lenta e paziente stufatura. Le castagne essiccate, private della buccia esterna e della pellicina più interna, vengono messe nei grigi sacchi di canapa. 

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Parma Asprelì e gras pist. Poveri mangiari

Crescono di norma nei prati stabili, incolti, o di erba medica molto vecchi. Crescono come erbe spontanee e sono commestibili. Nella pedemontana parmense le asprelle si raccolgono già verso la fine dell’inverno e si consumano sia cotte che crude.  Si possono confondere con la cicoria selvatica e il tarassaco, comunque entrambe commestibili.  

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Verza e polenta Poveri mangiari Parma

Se ti metti a tavola con me ti dai un’occasione per conoscere arte e storia della mia terra. Terra di antiche tradizioni culinarie, che offre un ricco e variegato menu di specialità gastronomiche, espressioni tipiche della passione e del lavoro delle persone che sono andate avanti, ma che mi hanno lasciato questo gustoso patrimonio. 

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Parma "Poveri Mangiari" Maltagliati

Sono convinto che almeno una volta all’anno tutti ci proviamo a fare un poco di pasta ripiena o semplicemente delle pappardelle o tagliatelle. C’è sempre una parte di sfoglia che non si addice alluso preposto e se poi manchiamo un poco di manualità, sicuramente di maltagliati ne avremo in abbondanza. Fra le altre cose maltagliati sono un tipo di pasta riconosciuta come prodotto tipico della regione Emilia Romagna.

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Parma cucina tipica da "Poveri Mangiari"

Oggi proviamo a star leggeri leggeri. Nella madia abbiamo abbondanza di pane raffermo che in onore della oculatezza economica dobbiamo riciclare. 

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Parma Poveri Mangiari Pomodoro

Essendo il mio paese natio, Panocchia, quattro case che insistono lungo la pedemontana e sulla direttrice che parallela all’omonimo torrente, che già si distingue dagli altri portando nome femminile “la Parma”, che più a valle presta il suo nome alla città capoluogo. Un paese dicevo, che se passi senza salutarlo nulla ti dice, ma se ti soffermi e cerchi un dialogo ha mille cose da raccontarti. Intanto potrà dirti che se mangi la tagliatella al sugo rosso è proprio lui che dovresti incominciare a ringraziare.

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Aglio orsino da "Poveri mangiari"

Negli anni fra le due guerre molte le famiglie contadine che cercavano di trarre dalle terre che coltivavano i prodotti di cui avevano bisogno e di comperare sul mercato solo quelli che non potevano produrre. Il regime alimentare delle classi rurali era povero, il pane consumato dai contadini era autoprodotto con i cereali macinati al mulino del paese e spesso si utilizzavano anche i cereali meno pregiati, come l’orzo e la segale e aveva. La macinatura a pietra lasciava le farine di un colore scuro, colore tolto sino all’eccesso con la tecnologia moderna che toglie sin troppe proprietà alle moderne farine che sembrano causa del diffondersi smisurato di tante intolleranze, colpevoli ancor prima delle super produttive varietà coltivate oggigiorno.

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Parma Cucina "Poveri Mangiari"

Questa mattina di buon’ora ho fatto un giro nella cambusa dove conservo le derrate dell’orto ed ho visto ancora in buona quantità le zucche violine. 

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Verdi Giuseppe

AUTENTICO FALSO

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castagne e fagioli da "poveri mangiari"

Oggi ho portato la mia cucina sui monti verso la terra della luna, dove i pastori in questo periodo erano in transumanza verso le terre basse, lungo i torrenti, mentre le pastore con i marmocchi vivevano temporaneamente da vedove più o meno allegre. Sicuramente non gli mancava il lavoro, al contrario del cibo, per cui erano alla ricerca continua di arrangiare un piatto per quanto possibile con variazioni sia per ragioni salutistiche che di assuefazione. 

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?Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma?

L’agriturismo Ciato si trova qui, all’inizio della “Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma” una strada tutta da gustare, fetta dopo fetta… ai piedi del maniero di Torrecchiara... a un tiro di schioppo dalla Magnani Rocca.

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Volete la salute?? Bevete il Ferro China Bisleri

Sarà il MKT il protagonista della prossima mostra che andrà in scena alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, già suntuosa dimora di Luigi Magnani, dal 9 settembre al 10 dicembre 2017 

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Slow emotion

Nel periodo 19 maggio 2 luglio 2017 all’interno del progetto “Slow emotion” sulla strada del prosciutto presso la nostra struttura “Agriturismo Ciato” sarà possibile degustare 5 vini (i vini della via Emilia) abbinati a Prosciutto Parma e Parmigiano Reggiano al prezzo di €. 25.00

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Menù di Pasqua e Pasquetta

Menù di Pasqua e Pasquetta 2017

 “ Gita in campagna”

 

Antipasto

torta fritta e salumi misti.

Primo

pappardelle della casa al sugo rosso di scalogno.

Secondo

Duchessa di Parma con misticanza.

Dolce della casa.

Vino b/r 1 bt x 4 pax acqua, caffè digestivo. €. 35.00

Vino: Rosso colli €. 7.00 Malvasia €. 9.00 Moscato: € 12.00

Prenotazione entro giovedì 13.04

 

 

 

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BIt and Ciato

E 'right to travel hundreds of kilometers to go to #BIT in Milan to see the proposals to learn about and taste Italy, but worth it, especially for those interested in food and wine, taste for yourself.

Here then is a good motivation to add more 100Km, the connection is possible thanks to the Red Arrow train, and reach #Agriturismo Ciato guarded by the Castle of Torrechiara Langhirano, town that gave birth to a unique product, you can live in person a tasting of the Food Walley, entering the heart of the products of this strip of land kissed by the sun and rocked by the wind Marino, which makes sweet Parma ham.

Ciato fact April 1 to 10 offers the opportunity to those who are not staying at our hotel to taste "Parmigiano-Reggiano" and "Prosciutto di Parma" accompanied by six famous wines of the "Via Emilia" ... and couples a ' unique opportunity, over the tasting (pair price 40 €) you take home the leftover wine in the six bottles.

Booking welcome: 0521630082 3392264887.

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Farm Ciato discount of 15% from January to April.

We want to be grateful to those who already was our guest, to those who follow the site and Facebook.

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Passaggio a sud est di Parma

Gli abitanti dell'Emilia-Romagna sono un esempio unico di capacità imprenditoriale e di passione per le tradizioni. Con una legge del 2000, l'amministrazione regionale ha creato le "Strade dei Vini e dei Sapori". Un sistema intelligente di trasformare le attività produttive, tipiche di queste terre, in attraenti pacchetti di soggiorno turistico all'insegna della cultura e del gusto. 

 

Cosa c'è di meglio di visitare una terra prevalentemente pianeggiante in bicicletta, lungo un percorso di 2000 chilometri complessivi che si snoda tra agriturismi, tenute agricole, caseifici e salumifici che, oltre ad illustrare le tecniche di produzione, offrono assaggi di prodotti eccellenti?

Se a questo si aggiunge l'importanza storica dei luoghi, e la presenza di innumerevoli chiese, castelli, musei e panorami mozzafiato, incamminarsi su uno di questi itinerari è davvero d'obbligo.

 

Nel comune di Parma le versioni locali di queste "strade del gusto" sono la "Strada del prosciutto e dei vini dei colli Parmensi", e la "Strada del Culatello". Un fiorire di iniziative intelligenti che attira turisti da ogni parte del mondo. Dall'iniziativa "500 biciclette sulla strada del prosciutto", che mette gratuitamente a disposizione biciclette e guide turistiche per accompagnare i visitatori presso i consorzi di allevatori, alla possibilità di gustare il Parmigiano presso i caseifici, le colline del territorio parmense sono un concentrato di idee ed attrattive turistiche. 

 

Particolarmente apprezzabile è l'attenzione riservata alle nuove tecnologie: oltre ai canali tradizionali, le iniziative collegate alla "Strada del Prosciutto e dei vini di Parma" vengono promosse attraverso modernissime mappe GPS che il visitatore può scaricare ed utilizzare con uno smartphone o sul proprio navigatore satellitare.

 

Ecco dunque un itinerario di circa 40 chilometri, che si può percorrere in macchina in una giornata. Il consiglio è quello di prendersi qualche giorno in più ed affrontare il percorso in bicicletta, visto che si tratta di luoghi dove la fretta è messa al bando e le abitudini degli abitanti seguono il ritmo della terra.

L'itinerario, partendo da Parma, si dirige verso le colline che danno vita alle valli del Parma e del Baganza. A circa 10 chilometri di distanza si incontra Collecchio, oggi importante centro commerciale ed industriale. Nel territorio di Collecchio è possibile visitare il Parco regionale fluviale del Taro. Si tratta di un vero e proprio paradiso per la fauna, soprattutto quella migratoria, composta in prevalenza da uccelli, che utilizzano i 2.500 ettari del parco come un corridoio naturale per spostarsi stagionalmente dalla Padania al Tirreno. La vegetazione è splendida, con salici, pioppi, tife e giunchi a farla da padrone. 

 

Proseguendo in direzione di Sala Baganza si incontra quello che è forse il parco regionale più bello dell'Emilia-Romagna: il Parco dei Boschi di Carrega. Qui, le distese di querce, conifere e castagno sono interrotte da torrenti, prati e laghetti. All'interno della riserva naturale sono presenti il parco di Lilliput, ideato per trasmettere la conoscenza ambientale ai più piccoli, e l'Orto officinale, con le sue 33 varietà di piante aromatiche e medicinali.

Una sorpresa gradita, all'interno dei Boschi di Carrega, é il Vivaio forestale Scodogna, attrezzato per le visite dei disabili. Nel nostro breve viaggio verso Sala Baganza, una visita a Talignano permetterà di vedere la Pieve di San Biagio, struttura del 1200 che ospitava i pellegrini in transito lungo la via Francigena. Una volta raggiunto l'antico borgo di Sala Baganza, ci si lascia ammaliare dalla splendida Rocca, simbolo del luogo.

 

Proseguendo il nostro percorso, eccoci a Felino. Qui i simboli sono due, lo splendido castello ed il Salame di Felino, noto a livello internazionale per il perfetto mix di carne magra e grassa di suino, alla quale vengono aggiunti sale e spezie. La cura, il dosaggio degli ingredienti ed il microclima di queste terre sono essenziali per ottenere questi sapori che, accompagnati ad un buon bicchiere di Lambrusco, lasciano il turista davvero soddisfatto. Il Castello di Felino, costruito nell'anno 890 per volere del Nobile Marchese Luppone, venne in seguito ampliato fino a raggiungere il massimo splendore alla fine del XIV secolo. Tra le famiglie che lo hanno abitato, i Pallavicino, gli Sforza, i Lampugnani ed il Marchese du Tillot.

Proseguendo ancora sul nostro itinerario del gusto si arriva a Calestano, patria del meraviglioso Tartufo di Fragno. Nel periodo che va dalla fine di ottobre a novembre si svolge la fiera di questo squisito tubero, apprezzato già dagli antichi Romani.

Un breve tragitto a ritroso e si raggiunge Torrechiara. Qui è visibile uno dei più bei castelli della regione. Esistente già dall'XI secolo, fu ricostruito tra il 1448 ed il 1460 da Pier Maria Rossi, della nobile famiglia che regnò per oltre cento anni su Felino, in onore dell'amata Bianca Pellegrini. All'interno del castello è imperdibile la Camera d'oro, che deve il nome alle foglie di oro zecchino usato per le finiture delle pareti. Altrettanto splendidi sono gli affreschi di Benedetto Bembo raffiguranti scene di amore cavalleresco.

Per dare un'idea delle dimensioni dell'itinerario, si calcoli che tutte le meraviglie fin qui elencate sono in un raggio di 18 chilometri da Parma. Rimanendo in un territorio relativamente piccolo c'è davvero un mondo da scoprire.

 

Lungo una delle le rive del torrente Parma si incontra Lesignano, con la Badia Vallombrosana, del 1111, e la Pieve RomanicaSull'altro lato del torrente si trova Langhirano, capitale di una delle varianti più gustose dell'oro rosso di queste terre: il prosciutto di Parma.

Qui, nella prima settimana di settembre ha luogo il Festival dedicato a questa prelibatezza.

Si incontrano ovunque produttori che fanno parte del consorzio del Prosciutto, con i tipici fabbricati all'interno dei quali le cosce di maiale vengono appesa ad asciugare.

Sunto da Visyt Italy

 

 

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Risotto agriturismo Ciato

Il risotto alla parmigiana che facciamo in agriturismo è un primo piatto semplice e molto gustoso, una ricetta molto versatile che può essere arricchita, a seconda dei gusti, con altri ingredienti come impasto di salame saltato in padella, costine al forno, funghi, verdure o rifinirlo con le spezie a voi più gradite.

Le dosi sono a sentimento partendo da una base di circa mezzo bicchiere di riso per persona.

Fate rosolare lo scalogno tritato finemente con una noce di burro fino a che e ben appassito

Se non già fatto in una pentola a parte tenete in caldo un brodo di seconda (cappone manzo)

 

A scalogno appassito buttate in casseruola il riso e tostate a fuoco vivace, ora aggiungete il brodo aggiustate eventualmente di sale e mescolate di continuo con un cucchiaio di legno, portate a fine cottura aggiungendo gradualmente il brodo occorrente. Fatto. Versate in una mezza forma parzialmente svotata di Parmigiano reggiano e mantecate con il formaggio asportato e grattugiato aggiungendo il giusto quantitativo di panna da cucina, noi la preferiamo al burro. In piattando potete sbizzarrirvi guarnendo a vostro piacere. 

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Aria di Parma

Arrivo all’agriturismo in macchina e rivivo nella mente i ricordi del precedente viaggio dal mar Ligure a Rimini attraversando la Lunigiana, il Malpasso o passo Lagastrello. Si incontro paesini che meriterebbero una visita approfondita per scoprirne segreti e delizie nascoste. La bella giornata allieta la vista dei boschi, delle campagne che iniziano a colorarsi di color terra e verso Langhirano già sento l’aria di prosciutto. Arrivo all’agriturismo Ciato con forte anticipo e trovo ospiti che ignari dello scorrere delle ore stanno ancora facendo colazione, un abbondate colazione fra cui spiccano sul tavolo di servizio le torte della casa fatte integralmente con le produzioni aziendali. Mi faccio un caffè e decido di entrare a Parma. 

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novit? Agriturismo Ciato Parma

Si rinnova il modo di fare turismo e così si è rinnovato anche il nostro sito che cerca di soddisfare le nuove esigenze. 

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queste sono soddisfazioni, ma d'altra parte NOI CI METTIAMO LA FACCIA

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visita Parma

Parma non la si visita solo per la sua storia la sua cultura e le sue opere d’arte.

Fra un De Chirico, un Van Gogh, piuttosto che un Antelami, un Parmigianino o un Correggio ci stanno anche i suoi piatti, ci stanno e come, visto che da quest’anno è Capitale Unesco della gastronomia. 

Ma anche qui non limitatevi al re dei salumi, al crudo di Parma o al campione del mondo dei formaggi, il Parmigiano Reggiano, assaggiate i piatti nati dalla inventiva e abbondanza di corte o ai piatti della povertà delle cose. Vi diamo un consiglio, non fermatevi solo al nostro agriturismo ma andate per osterie trattorie che son ben disseminate intorno a noi e non spaventatevi al pensare di essere ripetitivi, perché ogni cucina a distanza anche di 10 metri propone lo stesso piatto con piccole varianti che vi danno la possibilità non di dire quello era il più buono, ma di dire quello incontra i miei gusti.

Questo perché noi emiliani siamo degli antropopoiesi, quindi sottoposti ad un continuo processo di costruzione del patrimonio culturale, ed ogni famiglia custodisce ed aggiorna costantemente e gelosamente il suo; così che lo stesso piatto non è mai lo stesso.Questo vale per tutti i prodotti di Parma anche i più rinomati perché a farli, nonostante la tecnologia, l’informatizzazione, le macchine robot, a determinare tutto ci sono i cinque sensi dell’uomo che si aggiungono alle condizioni fortuite di un territorio che per le sue condizioni naturali è unico al mondo, come per fortuna è unico ogni parmigiano. A voi che entrate tocca la scelta!

 

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Notte in Agriturismo

Non so perché, ma passare le notti estive sotto il porticato di Ciato, guardando Orione e il maniero di Torrechiara che diventa ancora più affascinante quando si spegne la luce artificiale e si illumina di luce propria o della luna, e sei assieme ad ospiti avidi della storia del luogo, diventa cosa quasi magica. Le sue mura i suoi sassi che si raccontano lo fanno divenire un posto speciale, dove quasi rivivi la sua storia e quella che lo circonda. E’ un atmosfera, aiutata anche dalle nuove tecnologie e forse ancor di più da quel frizzante rosa delle sabbie che proviene da un territorio altrettanto magico, che si carica di surreale di inebriante di ricordi è fatti che ti sembrano vissuti. Ti sembra di essere immerso tra quei volti contadini che qui hanno ascoltato i riporti di Carlo Innocenzo Frugoni che paragonava le donzelle del posto alle sfumature del vino, alle fisarmoniche sgangherate che allietavano le coppiette innamorate, ai racconti dei vecchi che si tramandavano riti, prodigi e sortilegi. Sono sere come dice De Crescenzo Luciano dove non si allunga la vita ma la si allarga.

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