Aglio orsino da "Poveri mangiari"

Luned� 29 Gennaio 2018

Aglio orsino da "Poveri mangiari"

Negli anni fra le due guerre molte le famiglie contadine che cercavano di trarre dalle terre che coltivavano i prodotti di cui avevano bisogno e di comperare sul mercato solo quelli che non potevano produrre. Il regime alimentare delle classi rurali era povero, il pane consumato dai contadini era autoprodotto con i cereali macinati al mulino del paese e spesso si utilizzavano anche i cereali meno pregiati, come l’orzo e la segale e aveva. La macinatura a pietra lasciava le farine di un colore scuro, colore tolto sino all’eccesso con la tecnologia moderna che toglie sin troppe proprietà alle moderne farine che sembrano causa del diffondersi smisurato di tante intolleranze, colpevoli ancor prima delle super produttive varietà coltivate oggigiorno.

Negli orti familiari si coltivavano un’ampia varietà di legumi, semi commestibili delle piante appartenenti alla famiglia delle leguminose, che possono essere consumati allo stato fresco o secco come: i fagioli, i piselli, le fave, le lenticchie, i ceci e più raramente la cicerchia. Così dicasi delle verdure: cavoli, cipolle, aglio, porri, rape, spinaci e zucche. Mia nonna poi, mi raccontava la mamma, quando era più giovane completava il cesto con la raccolta nei prati e lungo i fossi. Con legumi e verdure e un po’ di grasso, pane o farina, sapeva preparare minestre, stufati e piatti caldi che venivano accompagnati dal pane e dal vino. 

Sicuramente una faticaccia, ma una soddisfazione per la famiglia che poteva andare a letto dopo aver consumato una cenetta a costo quasi zero. E dal momento che eran molto più filosofi di noi del ventunesimo secolo d.c., probabilmente, anche senza conoscerlo, si coricavano con un aforisma di David Thoreau

"L'uomo più ricco è quello i cui piaceri sono più a buon mercato”

Ed allora dal quaderno dalla nera copertina ricopiamo la ricetta di una cenetta da due soldi. Nel solito tegame di terracotta ponete due teste di aglio Trigono tritato finemente che farete scaldare in poco olio e acqua in parti uguali. (La mamma mi raccontava che la sua nonna raccoglieva l’aglio spontaneo nei boschi di Casatico, frazione del comune di Langhirano, il così detto aglio orsino, ma bisogna essere esperti conoscitori di erbe, cosa che in pochi sappiam fare, quindi meglio affidarsi a erbe certe). Preparate un mazzetto legato di finocchina (finocchio selvatico) ponetelo in acqua fate bollire per circa 20 minuti poi dividete il vostro brodo vegetale dal mazzetto di finocchina che renderete minuta su di un tagliere. Ora ponete nella terrina fette biscottate di pane raffermo sporcato sempre di aglio in numero eguale ai commensali e stendete su ogni pezzo di pane una fetta di formaggio pecorino di primo sale (tenero). Spargete la giusta quantità di finocchina sui crostoni sparpagliandolo bene bene, bagnate il tutto con giusta quantitè di brodo di caprino stagionato. Gratinate in forno a vostro gusto.

 

 

 

Negli orti familiari si coltivavano un’ampia varietà di legumi, semi commestibili delle piante appartenenti alla famiglia delle leguminose, che possono essere consumati allo stato fresco o secco come: i fagioli, i piselli, le fave, le lenticchie, i ceci e più raramente la cicerchia. Così dicasi delle verdure: cavoli, cipolle, aglio, porri, rape, spinaci e zucche. Mia nonna poi, mi raccontava la mamma, quando era più giovane completava il cesto con la raccolta nei prati e lungo i fossi. Con legumi e verdure e un po’ di grasso, pane o farina, sapeva preparare minestre, stufati e piatti caldi che venivano accompagnati dal pane e dal vino.

Sicuramente una faticaccia, ma una soddisfazione per la famiglia che poteva andare a letto dopo aver consumato una cenetta a costo quasi zero. E dal momento che eran molto più filosofi di noi del ventunesimo secolo d.c., probabilmente, anche senza conoscerlo, si coricavano con un aforisma di David Thoreau

"L'uomo più ricco è quello i cui piaceri sono più a buon mercato”

Ed allora dal quaderno dalla nera copertina ricopiamo la ricetta di una cenetta da due soldi. Nel solito tegame di terracotta ponete due teste di aglio Trigono tritato finemente che farete scaldare in poco olio e acqua in parti uguali. (La mamma mi raccontava che la sua nonna raccoglieva l’aglio spontaneo nei boschi di Casatico, frazione del comune di Langhirano, il così detto aglio orsino, ma bisogna essere esperti conoscitori di erbe, cosa che in pochi sappiam fare, quindi meglio affidarsi a erbe certe). Preparate un mazzetto legato di finocchina (finocchio selvatico) ponetelo in acqua fate bollire per circa 20 minuti poi dividete il vostro brodo vegetale dal mazzetto di finocchina che renderete minuta su di un tagliere. Ora ponete nella terrina fette biscottate di pane raffermo sporcato sempre di aglio in numero eguale ai commensali e stendete su ogni pezzo di pane una fetta di formaggio pecorino di primo sale (tenero). Spargete la giusta quantità di finocchina sui crostoni dividendolo bene bene, bagnate il tutto con giusta quantitè di brodo e nevicate di caprino stagionato. Gratinate in forno a vostro gusto.

 

 

 

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