Parma cucina tipica da "Poveri Mangiari"

Mercoled� 31 Gennaio 2018

Parma cucina tipica da "Poveri Mangiari"

Oggi proviamo a star leggeri leggeri. Nella madia abbiamo abbondanza di pane raffermo che in onore della oculatezza economica dobbiamo riciclare. 

Il modo di dire della nonna per rendere meno tragica la situazione recitava così nel nostro dialetto. “Trista senna pera a let” triste cena porta a letto. Cerchiamo almeno di dare qualche aroma a questo piatto che sempre nell’idioma della pedemontana parmense così si chiamava e se mai qualcuno dovesse riproporlo si chiamerebbe tutt’oggi “Panadela” Per aromatizzarlo un po’ vediamo di trovare uno spicchio di aglio. Qui vi do le dosi per una persona, penso che un assaggio per curiosità vi sarà più che sufficiente, anche se infondo questa zuppetta alla fine ha il suo perché e magari qualche dietologo potrebbe riprenderla, inserirla in una dieta e riportarla agli antichi fasti dovuti più alla povertà che all’aspetto dietologico. Non è che mi possa dilungare più di tanto nella presentazione, proprio non saprei come dissertare, condire, ornare od abbellire se non vedere, se nella nostra oliera c’è un poco di olio evo cosi abbiamo a disposizione tutti gli ingredienti che ci portano a letto, ma visto che siamo di Parma se c’è un poco di parmigiano anche attaccato alla crosta potrà fare al caso nostro.  

Cerchiamo ora di mettere a frutto tutta la nostra maestria: tagliate 150 gr di pane a fette sottili, portate l'acqua ad ebollizione circa un litro di acqua, quindi unite il pane, lo spicchio d'aglio e salate.
Cuocete e mescolare piano ed in continuazione fino a quando il pane si trasformerà in poltiglia e l'acqua sarà totalmente assorbita. Aggiungete l'olio, togliete l'aglio e lasciate insaporire sul fuoco per alcuni minuti. Servite e nevicate di parmigiano.

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