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Menù di Pasqua e Pasquetta

Menù di Pasqua e Pasquetta 2017

 “ Gita in campagna”

 

Antipasto

torta fritta e salumi misti.

Primo

pappardelle della casa al sugo rosso di scalogno.

Secondo

Duchessa di Parma con misticanza.

Dolce della casa.

Vino b/r 1 bt x 4 pax acqua, caffè digestivo. €. 35.00

Vino: Rosso colli €. 7.00 Malvasia €. 9.00 Moscato: € 12.00

Prenotazione entro giovedì 13.04

 

 

 

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Per chi interessato a una nuova agricoltura

http://cover.crpa.it/nqcontent.cfm?a_id=14741

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BIt and Ciato

E 'right to travel hundreds of kilometers to go to #BIT in Milan to see the proposals to learn about and taste Italy, but worth it, especially for those interested in food and wine, taste for yourself.

Here then is a good motivation to add more 100Km, the connection is possible thanks to the Red Arrow train, and reach #Agriturismo Ciato guarded by the Castle of Torrechiara Langhirano, town that gave birth to a unique product, you can live in person a tasting of the Food Walley, entering the heart of the products of this strip of land kissed by the sun and rocked by the wind Marino, which makes sweet Parma ham.

Ciato fact April 1 to 10 offers the opportunity to those who are not staying at our hotel to taste "Parmigiano-Reggiano" and "Prosciutto di Parma" accompanied by six famous wines of the "Via Emilia" ... and couples a ' unique opportunity, over the tasting (pair price 40 €) you take home the leftover wine in the six bottles.

Booking welcome: 0521630082 3392264887.

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i giorni della merla

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Auguri Best wishes

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Farm Ciato discount of 15% from January to April.

We want to be grateful to those who already was our guest, to those who follow the site and Facebook.

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Passaggio a sud est di Parma

Gli abitanti dell'Emilia-Romagna sono un esempio unico di capacità imprenditoriale e di passione per le tradizioni. Con una legge del 2000, l'amministrazione regionale ha creato le "Strade dei Vini e dei Sapori". Un sistema intelligente di trasformare le attività produttive, tipiche di queste terre, in attraenti pacchetti di soggiorno turistico all'insegna della cultura e del gusto. 

 

Cosa c'è di meglio di visitare una terra prevalentemente pianeggiante in bicicletta, lungo un percorso di 2000 chilometri complessivi che si snoda tra agriturismi, tenute agricole, caseifici e salumifici che, oltre ad illustrare le tecniche di produzione, offrono assaggi di prodotti eccellenti?

Se a questo si aggiunge l'importanza storica dei luoghi, e la presenza di innumerevoli chiese, castelli, musei e panorami mozzafiato, incamminarsi su uno di questi itinerari è davvero d'obbligo.

 

Nel comune di Parma le versioni locali di queste "strade del gusto" sono la "Strada del prosciutto e dei vini dei colli Parmensi", e la "Strada del Culatello". Un fiorire di iniziative intelligenti che attira turisti da ogni parte del mondo. Dall'iniziativa "500 biciclette sulla strada del prosciutto", che mette gratuitamente a disposizione biciclette e guide turistiche per accompagnare i visitatori presso i consorzi di allevatori, alla possibilità di gustare il Parmigiano presso i caseifici, le colline del territorio parmense sono un concentrato di idee ed attrattive turistiche. 

 

Particolarmente apprezzabile è l'attenzione riservata alle nuove tecnologie: oltre ai canali tradizionali, le iniziative collegate alla "Strada del Prosciutto e dei vini di Parma" vengono promosse attraverso modernissime mappe GPS che il visitatore può scaricare ed utilizzare con uno smartphone o sul proprio navigatore satellitare.

 

Ecco dunque un itinerario di circa 40 chilometri, che si può percorrere in macchina in una giornata. Il consiglio è quello di prendersi qualche giorno in più ed affrontare il percorso in bicicletta, visto che si tratta di luoghi dove la fretta è messa al bando e le abitudini degli abitanti seguono il ritmo della terra.

L'itinerario, partendo da Parma, si dirige verso le colline che danno vita alle valli del Parma e del Baganza. A circa 10 chilometri di distanza si incontra Collecchio, oggi importante centro commerciale ed industriale. Nel territorio di Collecchio è possibile visitare il Parco regionale fluviale del Taro. Si tratta di un vero e proprio paradiso per la fauna, soprattutto quella migratoria, composta in prevalenza da uccelli, che utilizzano i 2.500 ettari del parco come un corridoio naturale per spostarsi stagionalmente dalla Padania al Tirreno. La vegetazione è splendida, con salici, pioppi, tife e giunchi a farla da padrone. 

 

Proseguendo in direzione di Sala Baganza si incontra quello che è forse il parco regionale più bello dell'Emilia-Romagna: il Parco dei Boschi di Carrega. Qui, le distese di querce, conifere e castagno sono interrotte da torrenti, prati e laghetti. All'interno della riserva naturale sono presenti il parco di Lilliput, ideato per trasmettere la conoscenza ambientale ai più piccoli, e l'Orto officinale, con le sue 33 varietà di piante aromatiche e medicinali.

Una sorpresa gradita, all'interno dei Boschi di Carrega, é il Vivaio forestale Scodogna, attrezzato per le visite dei disabili. Nel nostro breve viaggio verso Sala Baganza, una visita a Talignano permetterà di vedere la Pieve di San Biagio, struttura del 1200 che ospitava i pellegrini in transito lungo la via Francigena. Una volta raggiunto l'antico borgo di Sala Baganza, ci si lascia ammaliare dalla splendida Rocca, simbolo del luogo.

 

Proseguendo il nostro percorso, eccoci a Felino. Qui i simboli sono due, lo splendido castello ed il Salame di Felino, noto a livello internazionale per il perfetto mix di carne magra e grassa di suino, alla quale vengono aggiunti sale e spezie. La cura, il dosaggio degli ingredienti ed il microclima di queste terre sono essenziali per ottenere questi sapori che, accompagnati ad un buon bicchiere di Lambrusco, lasciano il turista davvero soddisfatto. Il Castello di Felino, costruito nell'anno 890 per volere del Nobile Marchese Luppone, venne in seguito ampliato fino a raggiungere il massimo splendore alla fine del XIV secolo. Tra le famiglie che lo hanno abitato, i Pallavicino, gli Sforza, i Lampugnani ed il Marchese du Tillot.

Proseguendo ancora sul nostro itinerario del gusto si arriva a Calestano, patria del meraviglioso Tartufo di Fragno. Nel periodo che va dalla fine di ottobre a novembre si svolge la fiera di questo squisito tubero, apprezzato già dagli antichi Romani.

Un breve tragitto a ritroso e si raggiunge Torrechiara. Qui è visibile uno dei più bei castelli della regione. Esistente già dall'XI secolo, fu ricostruito tra il 1448 ed il 1460 da Pier Maria Rossi, della nobile famiglia che regnò per oltre cento anni su Felino, in onore dell'amata Bianca Pellegrini. All'interno del castello è imperdibile la Camera d'oro, che deve il nome alle foglie di oro zecchino usato per le finiture delle pareti. Altrettanto splendidi sono gli affreschi di Benedetto Bembo raffiguranti scene di amore cavalleresco.

Per dare un'idea delle dimensioni dell'itinerario, si calcoli che tutte le meraviglie fin qui elencate sono in un raggio di 18 chilometri da Parma. Rimanendo in un territorio relativamente piccolo c'è davvero un mondo da scoprire.

 

Lungo una delle le rive del torrente Parma si incontra Lesignano, con la Badia Vallombrosana, del 1111, e la Pieve RomanicaSull'altro lato del torrente si trova Langhirano, capitale di una delle varianti più gustose dell'oro rosso di queste terre: il prosciutto di Parma.

Qui, nella prima settimana di settembre ha luogo il Festival dedicato a questa prelibatezza.

Si incontrano ovunque produttori che fanno parte del consorzio del Prosciutto, con i tipici fabbricati all'interno dei quali le cosce di maiale vengono appesa ad asciugare.

Sunto da Visyt Italy

 

 

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Risotto agriturismo Ciato

Il risotto alla parmigiana che facciamo in agriturismo è un primo piatto semplice e molto gustoso, una ricetta molto versatile che può essere arricchita, a seconda dei gusti, con altri ingredienti come impasto di salame saltato in padella, costine al forno, funghi, verdure o rifinirlo con le spezie a voi più gradite.

Le dosi sono a sentimento partendo da una base di circa mezzo bicchiere di riso per persona.

Fate rosolare lo scalogno tritato finemente con una noce di burro fino a che e ben appassito

Se non già fatto in una pentola a parte tenete in caldo un brodo di seconda (cappone manzo)

 

A scalogno appassito buttate in casseruola il riso e tostate a fuoco vivace, ora aggiungete il brodo aggiustate eventualmente di sale e mescolate di continuo con un cucchiaio di legno, portate a fine cottura aggiungendo gradualmente il brodo occorrente. Fatto. Versate in una mezza forma parzialmente svotata di Parmigiano reggiano e mantecate con il formaggio asportato e grattugiato aggiungendo il giusto quantitativo di panna da cucina, noi la preferiamo al burro. In piattando potete sbizzarrirvi guarnendo a vostro piacere. 

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Aria di Parma

Arrivo all’agriturismo in macchina e rivivo nella mente i ricordi del precedente viaggio dal mar Ligure a Rimini attraversando la Lunigiana, il Malpasso o passo Lagastrello. Si incontro paesini che meriterebbero una visita approfondita per scoprirne segreti e delizie nascoste. La bella giornata allieta la vista dei boschi, delle campagne che iniziano a colorarsi di color terra e verso Langhirano già sento l’aria di prosciutto. Arrivo all’agriturismo Ciato con forte anticipo e trovo ospiti che ignari dello scorrere delle ore stanno ancora facendo colazione, un abbondate colazione fra cui spiccano sul tavolo di servizio le torte della casa fatte integralmente con le produzioni aziendali. Mi faccio un caffè e decido di entrare a Parma. 

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novit? Agriturismo Ciato Parma

Si rinnova il modo di fare turismo e così si è rinnovato anche il nostro sito che cerca di soddisfare le nuove esigenze. 

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queste sono soddisfazioni, ma d'altra parte NOI CI METTIAMO LA FACCIA

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visita Parma

Parma non la si visita solo per la sua storia la sua cultura e le sue opere d’arte.

Fra un De Chirico, un Van Gogh, piuttosto che un Antelami, un Parmigianino o un Correggio ci stanno anche i suoi piatti, ci stanno e come, visto che da quest’anno è Capitale Unesco della gastronomia. 

Ma anche qui non limitatevi al re dei salumi, al crudo di Parma o al campione del mondo dei formaggi, il Parmigiano Reggiano, assaggiate i piatti nati dalla inventiva e abbondanza di corte o ai piatti della povertà delle cose. Vi diamo un consiglio, non fermatevi solo al nostro agriturismo ma andate per osterie trattorie che son ben disseminate intorno a noi e non spaventatevi al pensare di essere ripetitivi, perché ogni cucina a distanza anche di 10 metri propone lo stesso piatto con piccole varianti che vi danno la possibilità non di dire quello era il più buono, ma di dire quello incontra i miei gusti.

Questo perché noi emiliani siamo degli antropopoiesi, quindi sottoposti ad un continuo processo di costruzione del patrimonio culturale, ed ogni famiglia custodisce ed aggiorna costantemente e gelosamente il suo; così che lo stesso piatto non è mai lo stesso.Questo vale per tutti i prodotti di Parma anche i più rinomati perché a farli, nonostante la tecnologia, l’informatizzazione, le macchine robot, a determinare tutto ci sono i cinque sensi dell’uomo che si aggiungono alle condizioni fortuite di un territorio che per le sue condizioni naturali è unico al mondo, come per fortuna è unico ogni parmigiano. A voi che entrate tocca la scelta!

 

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Notte in Agriturismo

Non so perché, ma passare le notti estive sotto il porticato di Ciato, guardando Orione e il maniero di Torrechiara che diventa ancora più affascinante quando si spegne la luce artificiale e si illumina di luce propria o della luna, e sei assieme ad ospiti avidi della storia del luogo, diventa cosa quasi magica. Le sue mura i suoi sassi che si raccontano lo fanno divenire un posto speciale, dove quasi rivivi la sua storia e quella che lo circonda. E’ un atmosfera, aiutata anche dalle nuove tecnologie e forse ancor di più da quel frizzante rosa delle sabbie che proviene da un territorio altrettanto magico, che si carica di surreale di inebriante di ricordi è fatti che ti sembrano vissuti. Ti sembra di essere immerso tra quei volti contadini che qui hanno ascoltato i riporti di Carlo Innocenzo Frugoni che paragonava le donzelle del posto alle sfumature del vino, alle fisarmoniche sgangherate che allietavano le coppiette innamorate, ai racconti dei vecchi che si tramandavano riti, prodigi e sortilegi. Sono sere come dice De Crescenzo Luciano dove non si allunga la vita ma la si allarga.

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Parma Agriturismo Ciato

Qualcuno ha notato il silenzio che da qualche giorno si evince sul sito dell’agriturismo Ciato.

Non dovete preoccuparvi, la nostra attività continua a ritmo regolare anzi direi che si è anche ampliata con “sfogliando” e le “degustazione della via Emilia” con i suoi 12 vini. Nella nostra officina falegnameria si stanno approntando anche nuovi taglieri a fetta di salame, quindi tutto in fermento come sempre, l’orto si è arricchito di nuove/vecchie varietà di pomodoro per condimenti sempre più sapidi e perché no spiritosi; pensate è arrivata una nuova pianta di peperone che se traduciamo il suo nome di origine letteralmente nel nostro idioma suona così: Rosso cornuto.

Tutti questi eventi ultimamente è più facile trovarli sulla nostra pagine dei social network “Agriturismo Ciato” che sul nostro sito, semplicemente perché si sta rifacendo un po' di lift facciale per rendersi più piacevole, affascinante ed accattivante.

Le novità saranno tante non avrete più la necessita di iscrivervi a certi social per le vostre recensioni, ma saranno recensioni reali che potrete lasciare direttamente sul sito anche mentre state soggiornando o degustando, troverete l’immediata disponibilità per le prenotazioni avrete le news in tempo reale di ciò che succede, del tempo meteorologico e non solo … alcune novità le lanceremo quando tutto sarà pronto……. altrimenti verrebbe a mancare ogni sorpresa.

Quindi alla prossima…… ma ricordate siamo sempre disponibili ad esaudire le Vostre richieste a soddisfare i vostri desideri ad appagare le vostre curiosità.

E se mai a qualcuno venisse la voglia di farsi una passata di pomodoro come la facevano le nonne con quei sapori dimenticati che quando apri il barattolo ti stuzzicano l’appetito prenota già da ora il tuo pomodoro e se non hai la tecnica ma sola la voglia di provarci ti insegniamo noi è semplice più di quanto possa credere.

 

Buon Ciato a tutti; perché dico buon Ciato, chiedetelo ai vecchi romani loro sapranno rispondervi.

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Sfogliando .... Prepariamo insieme la pasta????.

Ti aiutiamo a carpire i segreti

della sfoglia emiliana preparando insieme pappardelle o paste ripiene  con la “resdora”; cuoca, o letteralmente traducendo “padrona della casa”, e tutto il necessario per la loro preparazione.

…. Poi tutti a tavola: tortelli o pappardelle di vostra produzione, salumi misti della casa con torta fritta, dessert, acqua e vino (colli di Parma), caffè e digestivo.

Prenotazione obbligatoria … minimo 3 persone massimo 10.

 

Possibilità di pernottamento.

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Ciato: sapore del sapere

Soggiornare a Agriturismo Ciato non è solo albergare e poter vivere, appropriarsi, nutrirsi, scoprire, fiutare, imparare, interrogare, ascoltare, provare e godere un territorio.

 

Siamo nel cuore della food-wally di Parma citta creativa Unesco della gastronomia, qui si creano montagne di Parmigiano-Reggiano, scalere immense di prosciutto di Parma, qui ha vissuto Du Tillot ministro di S.E. Maria Luigia imperatrice d’Austria Duchessa di Parma e Piacenza, e si definiva sovrano dei salsiccioni, Felino è quindi, chilometri di budella piene di quell’ inimitabile trito di carne di maiale che rende unico il Salame Felino, ma non basta la terra di questa valle è anche prodiga di funghi e tartufi. A Parma c’è Barilla la pasta che corre per il mondo, che inizialmente era il frutto dei nostri grani e delle uova delle galline che razzolavano per i campi del contado.

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Buona Pasqua 2016

Pasqua; fra sole e pioggia si sta velocemente avvicinando e come consuetudine le cucine di Ciato ridanno fuoco ai forni e fornelli.

La farina per il pane semi integrale e nero è pronta, il lievito trabocca voglioso di inglobarsi nell’impasto, il forno già emana il suo tepore, tremola la fiammella sui fornelli ansiosa di sprigionare tutta la sua potenza.

Le “resdore” danno di mattarello per ricavare sapide pappardelle, mentre l’arista si appropria delle spezie dell’orto.

Menù di Pasqua e pasquetta;

Antipasti: salumi misti con torta fritta e scaglie di Pamigiano-Reggiano.

Primo: Pappardelle della casa saltata in padella con straccetti di crudo di Parma e rosmarino

Secondo: Arista al forno aromatizzata con mele alla cannella e verdure fresche dell’orto

Pane e dolci della casa.

Vini Bianchi e rossi della casa –colli di Parma-

Caffè e digestivo.

 

Costo €. 35.00

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Enogastronomia Unesco Parma

L’agriturismo Ciato di Parma è un luogo del gusto nel cuore e al centro della storica food walley più famosa del mondo. Riconoscimento UNESCO. Trova posto all’interno dell’omonima azienda agricola, suggestivo complesso, le cui origini datano era romana, ben visibili rimangono  alcuni manufatti dell’epoca Rossiniana -1400- una location unica, come i piatti della tradizione parmense.
L’impressione che si ha entrando è di arrivare in un luogo austero, ma subito ci si accorge che è un posto dove ci si sente a proprio agio, dove, se si sono presi accordi, si mangia e si beve bene. Si, accordi, perché anche se gran parte delle strutture oggi è al servizio dell’agriturismo l’attività principale rimane pur sempre l’agricoltura, un’agricoltura tecnicamente avanzata che guarda al futuro.

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Vacanze di Pasqua: Parma a Pasqua o Pasqua a Parma

Risistemando l'ufficio, fra le vecchie scartoffie ingiallite dal tempo, ci balza all'occhio un articolo che riguarda come trascorrere le feste di Pasqua. La scartoffia ci riporta molto indietro nel tempo; siamo negli anni quaranta di un secolo fa. Tralasciamo ogni considerazione, perché non sappiamo se era meglio o peggio allora, su contratti rapporti di lavoro, sindacati, diritti dei lavoratori e via dicendo……….; si faceva come diceva la Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Punto!

I "benestanti" potevano già permettersi il fine settimana lungo, ma rigorosamente sul territorio nazionale, poi si scendeva a chi poteva permettersi un’uscita verso l'Appennino, quasi sempre a casa di parenti, ma per i restanti rimaneva una scampagnata in bicicletta col portapacchi pieno di quel che si poteva, calorie sicuramente sottodimensionate alla fatica, lungo le rive del torrente Parma e Baganza.

Sono veramente tanti i ragazzi del tempo che le uscite di Pasqua le hanno vissute così, poi col passare degli anni a guerra finita il rito cessò con l'ingresso nella nostra vita dei nuovi mezzi di trasporto motorizzati. 

Oggi per nostalgia, per passione, o perché il medico ci dice che il movimento è indispensabile si rivive un déjà vu in cui si inserisce la nostra proposta.

 

Per le vacanze di Pasqua 2016 offriremo condizioni particolari alle coppie che a cavallo della loro bicicletta vorranno soggiornare presso l'agriturismo Ciato, per carpire, impadronirsi e saturare lo stomaco dei tesori di questa valle che gli umani continuano ancora a chiamare valle del cibo; food walley per i più cattedratici, mentre gli accademici come da riconoscimento Unesco la appellano città creativa dell'enogastronomia, mentre per noi abitanti autoctoni rimane terra: ed formai, persut e anolen! 

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Ciato: bocca della #food walley

Soggiornare all'Agriturismo Ciato............

Ciato, bocca della Val Parma; dove le nebbie del #culatello e il vento Marino del #prosciutto di Parma si contrastano nel periodo invernale, dove l’arsura della pianura si scontra con le brezze dell’Appennino nel periodo estivo.                    

Il capriccio bizzarro di convivere con la natura, accettare le sue regole, soddisfare le sue esigenze , imparare da una Madre provvida ma allo stesso tempo severa e offrire agli ospiti l’occasione di vivere una parte del proprio tempo in campagna con la ri-acquisizione della vecchia tempistica del ciclo solare, dei suoi colori, odori, delle piante, dei gusti specifici delle sue cucine, senza perdere del tutto i confort propri della vita cittadina.

 

 

 

 

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La via del piacere

La via del piacere conduce ai paradisi gastronomici della corte di Ciato, nella Food Valley padana. Si chiama “Strada del Prosciutto”, con un corollario altrettanto avvincente… “e dei Vini dei Colli” di Parma, s’intende. Il paradiso da percorrere a tappe meditate si trova lungo la fascia pedemontana, tra le valli del Parma e del Baganza. Prodotti alimentari che fanno parte del mito: Il Prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano (si scrivono con le maiuscole, come i titoli regali e non hanno bisogno di ulteriori parole); il tartufo nero di Fragno, il salame di Felino, i Vini Colli di Parma, Malvasia, Sauvignon, e il fantastico Rosso. Se poi siamo amanti del maiale, quel “gozen” dalle carni prelibate, tutelate dal Consorzio del Prosciutto di Parma Dop, si può partire da Collecchio con il Museo Guatelli “Il Bosco delle cose”, dedicato all’antica civiltà contadina e dirigere verso Sala Baganza. Museo del #vinno

Poi il pellegrinaggio gastronomico si sposta a Felino.  Museo del #salame. Parlare del suo imitatissimo, quanto inimitabile salame sarebbe un’imperdonabile ovvietà, specie se si ha la fortuna di assaggiare quelli dell’agriturismo Ciato. Calestano è vicina a Fragno, patria del #Tartufo Nero, alla Via Francigena e al castello di Ravarano. Sul versante orientale dell’Appennino tosco-emiliano si parte da Montechiarugolo, tappa dei sentieri Matildici della val d’ Enza. Vicina è Monticelli, importante e attrezzata località termale. A Traversetolo c’è la #Villa Magnani Rocca, ex collezione privata, oggi Museo d’arte frequentatissimo (Dürer, Van Dyck, Goya, Morandi, …). Ed ecco la leggenda: Langhirano e ser Prosciutto crudo di Parma.      Il Castello di Torrechiara, che ospitò riti d’amore tra Pier Maria e la dolce Bianca, che dall’alto strizza l’occhio alla corte dell’agriturismo Ciato, sede ormai storica della selezioni dei grani duri per la pastificazione. A Neviano degli Arduini, fortilizio canossiano, c’è l’oasi biologica. Bella la Pieve Matildica di Sasso. Ad un tiro si schioppo Parma con il suo Duomo e Battistero…. e da oggi città #Unesco per la creatività enogastronomica.

 

Una Strada del Prosciutto con molte stazioni di sosta: dalle aziende agricole e vitivinicole all’avanguardia, caseifici, salumifici. Non fabbriche di prodotti, ma “caverne magiche” in cui moderni stregoni, depositari dei segreti della tradizione e della tipicità, compiono ogni giorno piccoli sortilegi per il nostro palato,  per migliorare la qualità della nostra vita. Rendiamo omaggio ai loro doni, cogliendoli lungo la strada dei saperi e sapori. A buon intenditor...!  e poche fette cambiano la vita! 

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Auguri best wishes salutation saludo

anno nuovo vita nuova

Viaggia con noi nel cuore di Parma: suggestivi paesaggi, spettacolari vigneti, montagne di cacio “Parmigiano-reggiano, infinite scalere di cosce “prosciutto di Parma” terra di marchesi salsiccioni, “salame Felino” di trufolai “tartufo di Fragno” delle tagliatelle e paste ripiene.

Parma da quest’anno è citta creativa della gastronomia, riconoscimento UNESCO, fatta di prodotti semplici e genuini, valori e cultura di un tempo che tradizione nell’innovazione si ripropone oggi nelle tavole del mondo. Mettetevi alla nostra mensa in un divertente percorso, alla scoperta di tutti i segreti della cucina parmense, assaporando, degustando a volontà. Insieme scopriremo i segreti del prosciutto di Parma, gli aromi del salame Felino, le diverse stagionature del parmigiano, il tutto prodotto da mani sapienti con il solo ausilio di aria, sale, fuoco e tanto…….. tanto tempo. Ma non finisce qui: il palato va purificato fra una degustazione e l’altra, lo faremo abbinando i migliori vini del territorio, spaziando dai rossi Parma, alle malvasia, nelle diverse declinazioni, al sauvignon, per finire con il dolce moscato. La visita ai ristrutturati locali la regaliamo a tutti gli ospiti, la degustazione ha prezzi per tutte le tasche il percorso esperienziale in formato digitale è in tutte le lingue è la nostra accoglienza.

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L?oro a cui troppi aggiungono nichel. ? ?voce dei campi?-

Un tempo ci si confrontava sul solido e si premiava il sudore dell’arare, erpicare e seminare.

E non c’era viandante che non rivolgesse un occhio al vedere campi di grano a diciotto carati che impettiti affrontavano la face.

Me ne faccio memoria in questo sorprendete novembre, mentre cedevoli germogli sono accarezzati dal sole, che oggi, 22, rende la collina imbiancata dai primi cristalli di neve.

E mi stupisco, per fortuna pochi, di ospiti distratti che non rivolgano l’occhio al mio sudore; cittadini che provengo spesso dal debordare a vanvera delle città metropolitane che tolgono spazio all’oro degl’avi.

La domanda è quasi sempre impulsiva, seppur retorica: possibile che questi ritengano spontaneo lo show del grano.

Tuttavia il calendario confermerà lo spettacolo, Madre natura riconoscerà la mia prestazione, ed a giugno sarà un rigoglio di spighe, anche se, agli occhi di troppi tutto ciò è ovvietà, perché è sempre stato così.

Eppure quando la brezza viaggia sul campo, che quasi sembra un dolce mare dorato, le spighe parleranno, a chi ha orecchie per intendere, ma per alcuni sono tarpate; perché rintronati, immemori e circuiti dal frenetico andazzo che si ostinano a chiamare progresso sociale.

Molti, per fortuna passeggiano di buon ora lungo i confini dei campi, voraci di emozioni, di suggestivi incontri, bramosi di ascoltare un nuovo dialogo della terra con il geografico linguaggio del cielo.

Mi sono permesso di scrivere ciò perché ci si confronti sul vero è si smetta di raccontar fandonie.

Mi sono permesso ciò per informare chi ha orecchie e naso. Un pretesto per dire: se non di diffidare, di controllare accuratamente chi si fregia in modo quasi furtivo di un blasone –Made in Italy- che di fatto non gli appartiene, raggirando spesso norme che poco si sono confrontate sul vero, di chi spesso non onora la sua terra, non partecipa al suo nutrimento ma ben sì al suo immiserimento.

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Quei dopo cena irretiti all?Agriturismo Ciato

Questa sera convocato dalle rimembranze risfoglio il registro degli ospiti della ormai finita estate; delle belle serate passate sulle assi di quercia antica che ormai da anni raccolgono i racconti, le storie, le emozioni e suggestioni degli ospiti e le macchie del lambrusco o dei rinforzi degli infusi di casa (senza che il convitato a più pollici che gli umani chiamano televisore mettesse il becco).

Allietato come sono dal rinverdire modi e personaggi, trovo giusto che Ciato, del sipario estivo appena chiuso, ricordi i grandi personaggi ed anche i piccoli che qui divengono grandi, aiutati dalle bocce di vino suadente e dagli infusi preparati con maestria da Sara…… tra gli strafalcioni di lingue confuse, che il luogo, la cordialità e disponibilità degli ospiti hanno reso quantomeno intesa fra vocaboli e gesta.

Qui si cerca di invecchiare sfottendo la sorte con l’arte dell’arlia, con il godimento della convivialità, con il gusto ed il piacere di cantare a dovere senza il timore di essere squadrati, con la propensione di essere tutti intesi quali che siano i liberi pensamenti sull’uso del mondo.

Così il rito dell’affabulazione si è protratto per tutta la bella stagione con quasi tutti i nostri ospiti: dai grandi produttori di meloni australiani che invadono mezzo mondo, che di buon’ora andavano al caseificio curiosi e bramosi di imparare l’arte, dalla star dell’enogastronomia televisiva smaniosa di conoscere il territorio, dalla famiglia californiana i cui figli non abbandonavano la cucina per imparare l’arte delle paste ripiene, dello chef pluristellato che ti insegnava le economie della ristorazione, del grande maestro della pasticceria, ricalcitrante, ma che si scioglie solo vedendo il culo della bottiglia di malvasia, dal manager che ti oltraggia l’orto e confonde cavoli e verze, dagli asiatici che ti accecano e adombrano le stelle con i loro flash. alle coppiette romantiche che sognano un mondo migliore.

 

Questa è stata la dolce estate di Agriturismo Ciato.

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Cuochi chef o rezodre

Oggi parliamo di cucina Parmigiana e Parmense e partiamo dalle quattro DOP –denominazione di origine controllata- Parmigiano-Reggiano, Prosciutto di Parma, Culatello e dei vini dei colli, che confermano Parma valle del cibo, se mai ve ne fosse bisogno, visto, che la sua celebrità si perde nel tempo e già Fra Salimbene De Adam cronista nel ‘200 la celebrava nei suoi racconti come figlia del burro e del formaggio. Un primo piatto che a Parma si dice debba essere affogato nel burro ed asciugato nel formaggio, sono i Tortelli di erbette: rettangoli di pasta ripiegati, contenenti un ripieno a base di erbette (bietola, o in alternativa Spinaci), ricotta,uova e parmigiano-reggiano.  A prima vista può sembrare una cucina grassa, ma al desco risulta solo sostanziosa, non pesante e ricca di sapori e aromi. La torta fritta, variante tipicamente parmense del forse più conosciuto gnocco fritto ci invita a tavola con il prosciutto e gli altri salumi, frutto della sapiente arte norcina della pedemontana parmense. Fra i primi piatti non si può sottacere gli anolini, una tipologia di pasta all'uovo ripiena (in parmigiano anolén scherzosamente soprannominati "salvagenti" o "galleggianti".) È un piatto con radici antiche, già conosciuto e menzionato dal famoso cuoco rinascimentale Bartolomeo Scappi nel 1500, tramandato di generazione in generazione nelle famiglie. Non vanno nemmeno dimenticate le tagliatelle o la sua variante pappardelle quelle fatte a mano la cui morte e nel sugo di pomodoro. E per finire una minestra in brodo riz e tridura, riso al quale è stato aggiunto poco prima della fine della cottura un composto a base di uova battute con sale noce moscata e parmigiano reggiano; piuttosto dal sgranfgnòn (gnocco di patate) in idioma parmigiano. Fra i secondi annoveriamo, sempre per rimanere fedeli alla tradizione i bolliti misti, lo stracotto il cui sugo spesso finisce nell’impasto degli anolini e la classica trippa alla parmigiana. Tra i dolci si ricorda le classiche crostate con confettura spesso fatta in modo casalingo, le chiacchiere di carnevale, molto croccanti, ottenute friggendo un impasto e poi cosparse di miele e zucchero a velo per il tocco finale, la spongata con tutte le sue varianti da famiglia a famiglia e la torta Marialuigia fatta con pan di spagna arricchito di polvere di mandorla e cioccolato, farcitura di cioccolato e crema di fragoline di bosco. Ricoperta con cioccolato fondente. Per i vini rimane l’imbarazzo della scelta, ne richiamiamo solo tre il lambrusco, è il vino predominante, come quantità. È un vino rosso-scuro, leggermente asprigno, di moderato tenore alcolico. "Il lambrusco", scrisse Curzio Malaparte "non solo è il vino più garibaldino del mondo, come ebbe a dire Filippo Corridoni, ma il più generoso, il più libero, il più italiano fra tutti i vini italiani"; il rosso colli di Parma DOC e per i bianchi il Malvasia nelle sue diverse concezioni, dolce frizzante o fermo.

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