Luned� 28 Marzo 2016
Soggiornare a Agriturismo Ciato non è solo albergare è poter vivere, appropriarsi, nutrirsi, scoprire, fiutare, imparare, interrogare, ascoltare, provare e godere un territorio.
Siamo nel cuore della food-wally di Parma citta creativa Unesco della gastronomia, qui si creano montagne di Parmigiano-Reggiano, scalere immense di prosciutto di Parma, qui ha vissuto Du Tillot ministro di S.E. Maria Luigia imperatrice d’Austria Duchessa di Parma e Piacenza, e si definiva sovrano dei salsiccioni, Felino, è quindi, chilometri di budella piene di quell’ inimitabile trito di carne di maiale che rende unico il Salame Felino, ma non basta, la terra di questa valle è anche prodiga di funghi e tartufi. A Parma c’è Barilla la pasta che corre per il mondo, che inizialmente era il frutto dei nostri grani e delle uova delle galline che razzolavano per i campi del contado.
E le mura di agriturismo Ciato conservate nel tempo, le cui fondamenta risalgono al 1400, periodo dei conti Rossi, raccontano ancora riti del tempo. Pier Maria Rossi ci ha lasciato diversi castelli in eredità e fra i tanti quello prospicente a Ciato “Castello di Torrechiara” che primeggia per architettura e posizione geografica, posto sulle prime alture dell’anfiteatro naturale dell’appennino Tosco-Emiliano.
Ma Ciato e il suo territorio non si possono raccontare in quattro righe, Ciato si differenzia un po’ dal resto dei luoghi di alloggio che lo circondano, prima di tutto perché è rimasto una vera fattoria dove ancora come negli anni passati si lavorano i campi, in più la memoria storica la conoscenza profonda delle produzioni tipiche e locali tramandate nelle generazioni e quel certo senso di autarchia che per certi sensi porta all’innovazione come l’impianto fotovoltaico.
Quindi non è difficile volendo, anche in una sola serata carpire, appropriarsi dei segreti di questo territorio davanti ad un bel piatto di degustazione.
Poi avete tutto il tempo per l’arte pittorica, architettonica e musicale, tutto nel raggio di una scampagnata.