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Dicembre -fra aia e cucina- cap 12 dai racconti di Schianchi Mario

Con il dodicesimo capitolo, Mario Schianchi, titolare di Ciato chiude "fra aia e cucina" ripubblicazione dell'edizione 2007. Sicuramente alcuni riferimenti sono cambiati, ma il concetto di base purtroppo rimane corrente, come più che mai  rimane attuale, ma in questo caso gradita l'occassione per porgere ai tanti i figli di Panocchia sparsi per il mondo, ed ai nostri amici lettori i migliori Auguri di Buone Feste ed un avvenire migliore e più consapevole.

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Fiat Panis

E’ il motto dell’organizzazione mondiale che dovrebbe combattere la fame nel mondo, che con il suo ultimo rapporto evidenzia la morte di circa otto milioni di bambini al di sotto dei 5 anni nel mondo. Non a questi livelli, ma anche nel nostro paese, dove nessuno per fortuna muore di fame; AGREA comunica la distribuzione di sessantamila tonnellate di alimenti a duemilioni settecento settantasettemila settecentotrentasei indigenti. L’Italia nel contempo continua ad importare il cinquanta per cento del suo fabbisogno alimentare.

E noi per dare una mano all’agricoltura nazionale, che muore, stiamo incentivando di bruciare le nostre produzioni per energie alternative, incentivare la coltivazione di antiche varietà per nulla produttive ne proponibili sotto l’aspetto economico attuale, pensando, senza tenere conto delle condizioni pedoclimatiche ed ambientali di ridurre l’inquinamento da pesticidi, come li chiamano loro, come se ad inquinare il mondo fosse il settore primario, come se l’uso di stabiliti prodotti non fosse determinato proprio dalle cambiate condizioni ambientali.

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Novembre -fra aia e cucina, cap 11- racconti di Schianchi Mario

Novembre. Visto che la stagione lo consente divaghiamo un attimo conservando la veste di osservatori discreti per narrare ciò che avvenne e potrebbe avvenire in questo lembo di pedemontana, ultimo tocco delle colline, terra di conquista della pianura, secco confine secondo alcuni della parmigianità e del parmense. Con le ragioni di chi qui ci ha vissuto, di chi ci vive, di chi apprezza. Raccontiamo di quel buon cristiano di Panocchia, che dandogli la stagione un po’ di meritato riposo scendeva spesso al mercato di Parma dove la crème parmigiana si divertiva a spregiare, schernire. Accade così un dì, che il buon contadino, di buone spalle, stanco della solita solfa, ci andò pesante con i mezzi che la sua natura gli concedeva. Le parti lese oltre al danno chiesero al giudice che l’imputato fosse giudicato pericoloso per la pubblica incolumità e di conseguenza rinchiuso. L’avvocato difensore, professionista famoso della zona, famoso per le sue argomentazioni, ragionamenti, dimostrazioni, dissertazioni, famoso per la sua tranquillità, pacatezza e buon gustaio delle prelibatezze pedemontane incominciò il suo discorso “Signor Presidente, Signori della Corte, Signor Presidente Signori della Corte‚Signor…‚ Signor… ‚ Signor…” . e continuò cosi per qualche minuto ripetendo la sola introduzione.

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Un appello dal ?vecchio? mondo scientifico

«Presidente Dellai, per circa 20 anni ho avuto l’onore di appartenere al Consiglio scientifico di S. Michele, nel periodo d’oro del

sequenziamento del genoma della vite e all’inizio di quello del melo. Ho così avuto modo di apprezzare la sua rara e invidiabile sensibilità nei confronti della ricerca. Proprio per questa sua riconosciuta disponibilità mi permetto di proporle una ricerca in fitotrone, in serra e in campo, anche in zone provviste di inceneritori, per studiare le reazioni della vite e del melo sottoposti ad

un’atmosfera artificiale o reale, qual è quella emessa dagli inceneritori esistenti. Il progresso scientifico consente oggi di simulare gli

effetti atmosferici o ambientali sulla fisiologia delle piante, mediante il controllo dei geni della resistenza agli stress abiotici, nonché su quelli della qualità dei frutti e del vino. La ricerca sarà utile non solo a Trento e alla sua stupenda realtà agricola fruttiviticola,

ma anche come esempio di impiego della scienza, per tutta l’Italia. Mario Fregoni, presidente onorario dell’Oiv».

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Multifunzionalit? in agricoltura, un ritorno al passato.

Chi oggi tanto magnifica l’introduzione della multifunzionalità in agricoltura ha veramente poca memoria. In realtà la multifunzionalità del mondo agricolo ha radici antiche; oltre alla funzione primaria di produzione di materie prime alimentari, da sempre le aziende agricole operavano nell’ambito del tempo libero, della didattica, della salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, della gestione e controllo delle acque, e non di meno della trasformazione delle produzioni.

Posso andare a memoria e recitare che già qui a Ciato negli anni cinquanta in estate venivano “in campagna” a prendere aria, le figlie del medico, che si ammazzava la manza ed i maiali in azienda e la si vendeva ai conoscenti, sostituiti oggi dai gruppi di acquisto, che lo spostamento della neve dalle strade comunali era demandato ai proprietari dei fondi, così come la regolazione delle acque e la manutenzione dei fossi, come si può dire della trasformazione dei prodotti. Anche i nomi delle aziende agroalimentari della zona né sono valida testimonianza, Basti pensare alla Fereoli salumi; grosso, per quei tempi, affittuario in quei di Panocchia di Parma, che durante l’inverno, lasciato il lavoro dei campi, si dedicava alla norcineria, per non parlare della Mutti e della Boschi, proprietari terrieri che si dedicarono alla trasformazione del pomodoro in conserve, così si potrebbe dire di tanti altri sia nel settore vegetale che animale.

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Azienda agricola multifunzionale: integrazione al reddito o fallimento dell?agricoltura?

In campagna ci si dissangua prima di estirpare un vigneto o un frutteto o chiudere la stalla. Chi ha buona memoria ricorderà negli anni settanta la corsa sfrenata partita dalla Lombardia dei cento quintali di latte nei trecentocinque giorni di mungitura, sfida senza riscontro nel resto dell’Europa che però vinse la partita e molti di noi dovemmo chiudere le stalle. Pensammo anche di risolvere i nostri problemi con quelle gigantesche macchine che incontravamo all’Eima piuttosto che a Verona, per fare più in fretta, per accorciare i tempi di lavorazione, illusi noi e chi ce li proponeva, una meteora che durò poco anche per i costruttori. Inutili, macchine assurde, nate per altri, macchine che riempivano i cortili ed avevano necessità di spazi, per loro era tutto troppo stretto.

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Scopri i luoghi, le genti, le tradizioni e i piatti della cucina locale.

La pedemontana parmense è davvero la meta ideale per vivere questa esperienza, il luogo dove abbandonare l’orologio e seguire il tempo del cuore, fatto di poesia, romanticismo e di storie vissute. Un viaggio nella pedemontana parmense non è solo da intraprendere per ritrovare se stessi o la pace dell’animo e dello spirito al di fuori della frenesia quotidiana delle città, ma va vissuto anche per conoscere le genti, le loro tradizioni culturali ed enogastronomiche.

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La fenice.

Potrà mai risorgere la nostra agricoltura dalle sue ceneri?
Il latte al prezzo di trenta anni fa, la carne al di sotto del prezzo di produzione, i cereali ai prezzi degli anni novanta quando va bene, di 17 zuccherifici nazionali solo due rimangono in funzione, l'oro rosso si trasforma in modo nefasto in piombo, e l'uva, unica superstite, , nel contemporaneo allargarsi di nuovi impianti e di esportazione di milioni di barbatelle fa prevedere tempesta.
Diciamolo pure e senza timore che nessuno possa smentirci, l'agricoltura Italiana è in cenere, ma esistono i presupposti per cui dalla propria cenere possa risorgere?

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Ottobre -fra aia e cucina, cap. 10- storie e racconti di Schianchi Mario

Ottobre Tempo di semina, sull'aia faceva ritorno al burater, con il suo cavallo bianco e uno strano carretto sul quale trovava posto il buratto, una strana macchina che serviva per la pulizia delle sementi. Era un personaggio già in via di estinzione, già le cattedre ambulanti dell'agricoltura, consigliavano ai contadini di utilizzare le sementi selezionate dall'industria che avrebbero dato migliori rese produttive e meno soggette a malattie fungine provenendo da terreni diversi.

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Festival Verdi Parma

Un po' di Giuseppe Verdi.

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20? fiera nazionale del tartufo nero di Fragno

Ciato ha da sempre creduto e difeso le eccellenze del territorio che la circonda, ed è per questo che pur non essendo ancora terminato il festiva del prosciutto già si prepara a celebrare un' altro must del territorio "il tuber uncinatum" E così vista la risposta anche dal mondo dei camperisti che in questi giorni frequentano il Salone del Camper, capite le esigenze di chi vive e vuole vivere in plein air, conoscere e carpire i segreti delle nostre produzioni sta preparando non solo un adeguato menù a prezzi veramente abbordabili, ma selezionando il meglio della propria produzione perchè a raccontare questo territorio siano il prosciutto stagionato nelle cantine di Ciato che datano 1400 e i migliori tuberi che crescono sulle nostre colline, accompagnati dai nostri celeberrimi vini.

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Salone del Camper: ? partito

All’inizio non ci abbiamo creduto, oggi che inizia il “festival del camper” dobbiamo ricrederci, sono i numeri ad avvallare il nostro ripensamento, quindi sino al 17 riproponiamo la sosta gratuita a tutti i camperisti che vogliono approfittare di degustare al costo fisso di €, 22.00 i nostri vini con torta fritta prosciutto di Parma, Salame Felino, culatello, spalla cotta di S. Secondo, coppa e pancetta. Posto c’è né, abbiamo messo a disposizione un uno scenario unico con vista sulla dorsale appenninica e castello di Torrechiara un ettaro di prato illuminato.

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Settembre -fra aia e cucina, cap. 9- storie e racconti di Schianchi Mario

Settembre E’ un ricordo abbastanza vago, sfumato, proprio della prima infanzia, era una pratica già in disuso. Mi riferisco all’utilizzo anche dell’ultima zolla di terra. Era il benessere che timidamente avanzava a cancellare questa pratica antica. Ricordo che all’inizio di ogni coltivazione venivano scavati i fossi di irrigazione (fos d’acquador) e sulla sponda del fosso al centro della sia, la dove la sponda se c’era un buon addetto all’irrigazione non sarebbe mai stata guastata, ci si mettevano i semi di fagioli e la saggina. Saggina, nutrimento, i chicchi, per il bestiame dell’azienda e le manse per la fabbricazione delle scope da casa, el mansareni, piccola scopa per la madia e il camino.

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Dai sapori ai luoghi e dai luoghi alle genti

Dai sapori ai luoghi e dai luoghi alle genti è questa la parabola che fa del gusto un fattore introduttivo ad un territorio e ne descrive l’identità.

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Tutti in camper sulla strada del prosciutto, soggiornando a Ciato.

Siamo ai nastri di partenza; chi dalle vicine città chi da paesi oramai freddi e lontani.

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Vacanze a Parma

Chi è che sceglie in questo periodo una vacanza nella nostra città e soprattutto sceglie un agriturismo nella prima periferia a sud come Ciato.

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Agosto -fra aia e cucina, cap.8- storie e racconti di Schianchi Mario

Agosto
Era l'arrivo della trebbiatrice, la fase più saliente, più eccitante, centrale, quella che mobilitava tutta la corte.

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Salone del camper a Parma.

Si svolgerà dal 11 al 19 settembre, presso l'ente fiere di Parma, il salone nazionale per gli amanti dei camper, in contemporanea con il festival del prosciutto.

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Luni Parma : - la strada delle cento miglia- forse passava da Ciato

Sarà vero? Rovistando fra vecchie carte alcuni amici di Ciato ci dicono che probabilmente all'epoca dei romani Ciato poteva essere una delle cinque "mutationes" che partendo dalla periferia est di Parma portava alla "mansio" o "statio" nei pressi di Tizzano Val Parma posta esattamente a 25 miglia romane.

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A Ciato gli Americani fanno la pasta.

Si è tenuto nei giorni scorsi l'ormai tradizionale incontro di fine corso con i ragazzi americani che frequentano l'Università "Syracuse University of Florance"

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cynara scolymus seguilo assieme a me

continua la news del 26 giugno

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Luglio -fra aia e cucina cap.7- storie e racconti di Schianchi Mario

Luglio Si partiva già all’alba con il falcetto appoggiato sulla spalla sinistra per far le strade nelle dorate piane di grano, dove sarebbe passata la macchina per il primo giro e per raccogliere quello dove la mietilega non sarebbe arrivata. Con la prima falciata divisa in parti eguali si facevano due mazzetti che abilmente incrociati all’altezza delle spighe formavano al ligarò, che serviva a legare al cog  insieme di mazzetti tagliati successivamente. Finite le strade partiva la mietilega, ormai trainata non già dai buoi o cavalli ma dai primi trattori. Solitamente la macchina a mezzo giorno veniva fermata, la paglia, se il sole era cocente diventava troppo secca e l’aspa coinvogliatrice poteva distaccare la spiga dal gambo.

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Guarda che cynara scolymus

Questa immagine ritrae un bellissimo esemplare di carciofo non spinoso dell’orto dell’azienda agrituristica Ciato. Il suo diametro è di 25 cm.

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Primo giorno d'estate 2010

E’ il primo giorno d’estate2010. Sono sdraiato sull’erba, sotto il grande noce della mia fattoria, agriturismo Ciato.

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Giugno -fra aia e cucina cap.6- storie e racconti di Schianchi Mario

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