Venerd� 02 Gennaio 1970
Emerge con forza che promuovere i prodotti tipici e l’enogastronomia italiana significa attuare una strategia che va a beneficio del settore agroalimentare, in termini di una migliore promozione e commercializzazione all’estero delle produzioni italiane e offre molteplici vantaggi alle piccole produzioni, capaci di proporre prodotti di qualità elevata ma spesso penalizzati dai grandi mercati.
La promozione dell’enogastronomia italiana all’estero rappresenta una vera e propria opportunità e un invito per i clienti che la degustano e ne fanno esperienza nello scoprire il territorio italiano e tutte le sue attrattive.
Il concetto qualità, soprattutto all’estero, è strettamente connesso a quello di unicità, che presuppone che i piatti della tradizione italiana siano unici nella percezione del consumatore, tali, quindi, che lo stesso non corra il rischio di confonderli con qualcosa di simile alla cucina italiana, ma che pure viene descritto come "Italian". La cucina italiana va perciò difesa e protetta dalle adulterazioni e dalle falsificazioni per salvaguardarne la storia, la cultura, la qualità e la genuinità
L’offerta enogastronomica italiana da sola attira il 5% dei turisti che trascorrono una vacanza in Italia (pari a 18 milioni di presenze nelle strutture ricettive), quota che per il solo mercato straniero sale al 7% (oltre 11 milioni), un turismo che genera sul territorio un impatto economico stimato in oltre 1,5 miliardi di euro spesi nel 2010. L’impatto del turismo sul settore agroalimentare è pari a 7,2 miliardi di euro, corrispondente al 10,5% dei consumi totali generati dalla domanda turistica in Italia, sottolineando così la complementarietà del turismo rispetto agli altri settori.
E’ per i motivi succitati che le “strade dei sapori” vanno non solo incentivate ma monitorate con grande attenzione e all’interno delle stesse premiati gli agriturismi che condividono la “mission”. Dalla colazione alla cena deve essere cucina Italiana non all’italiana.