Venerd� 02 Gennaio 1970
Oggi sabato 30 marzo 2013, vigilia della Santa Pasqua, vogliamo farvi gli auguri parlandovi di una meta turistico religiosa; l’Abbazia benedettina di Torrechiara edificata sulla sponda ovest del torrente Parma.
Oggi nel monastero vive Padre Filippo, benedettino, che con l’aiuto di alcune suore indiane regge le redini della gestione di tutto il complesso. Di lavoro ce n'è tanto, ma le porte sono sempre aperte per accogliere con un sorriso i circa quattromila visitatori all’anno. Nella filosofia dell’orat et laborat esiste in un angolo un laboratorio dove grazie ad antiche ricette della storica farmacia del monastero di San Giovanni di Parma, si fabbricano unguenti di vario tipo, colluttori, tisane... Un toccasana anche per il sostentamento dell’abbazia, richiesti dall'Italia e dall'estero. Anche la regina Paola del Belgio è loro cliente. Ogni angolo del manufatto è un pezzo di storia. Gioielli architettonici in un contesto quasi surreale: il belvedere sul torrente Parma, il campanile della chiesetta, il chiostro con il suo pozzo artesiano, il tutto risalente al 1471 su commissione di Pier Maria Rossi, residente nell’attiguo Castello, probabilmente per il figlio naturale Ugolino, che allora era abate del monastero di S. Giovanni Evangelista a Parma. Mirabili esempi di pittura sono, invece, l'affresco nel vestibolo, attribuito a Francesco Tacconi, raffigurante una dolce Madonna con Bambino in mandorla, ed il prezioso ciclo pittorico della Sala dei musici, poeti, giocatori di carte e morra. Dal complesso dall’agriturismo Ciato è raggiungibile anche a piedi attraversando la proprietà e seguendo la panoramica che costeggia il torrente Parma.