Venerd� 02 Gennaio 1970
Lo scopo lo si raggiunge se sono tutti gli attori del territorio coinvolti ed ha ancora senso nell’era di internet dove tutto sembra dominato dal virtuale. Mai un p.c. un iphone potranno trasmettere sensazioni emozioni di una cosa vissuta in carne ed ossa e la qualità della relazione e data dalla qualità degli attori. Un festival, se ben organizzato, rimane un’occasione unica. Il valore aggiunto sta nel modello, che deve puntare a proporre una costruttiva piattaforma di incontro e confronto, chiamando a raccolta produttori, stampa e associazioni di categoria e consumatori finali. L’importanza di fare un evento fisico nell’era del Web è data dalla qualità delle persone, che sono gli operatori protagonisti del loro settore. Il Web, pur con tutta la sua forza, non riesce ancora a creare la stessa immediatezza e reattività. Toccare con mano, ascoltare dalla viva voce, immergersi nel prodotto, nel territorio, sentirsi cosa unica, chi dispensa e chi usufruisce del bene, fanno sì che il leit motive della partecipazione superi l’aspettativa ed apre nuove prospettive e relazioni. Il web è una forte voce di richiamo che deve però essere chiaro e non ingannevole che deve dare meno spazio agli attori e più spazio all’evento perché chi viaggia non è interessato all’enunciazione dei rappresentanti la categoria o il territorio, ma alla conoscenza, alla scoperta e soprattutto all’accoglienza, ai servizi e deve nascondere un qualche cosa all’immaginazione affinché l’evento rimanga indelebile nella memoria. E proprio su questi concetti che si devono focalizzarsi gli organizzatori vestendosi da fruitori. Oggi i festival stanno diventando il di tutto e di più, non sono più monotematici come nella loro origine. Da qualche anno a questa parte si sono seguite le indicazioni degli strateghi del consenso che abbracciano diverse categorie, un cabaret all’infinito in cui ci sta di tutto, un intrattenimento in cui si spinge il pubblico in una distrazione continua. Seguire questa tendenza in particolar modo dagli operatori che dovrebbero essere gli assoluti protagonisti con una storia di rispetto alle loro spalle è segno eloquente di disastro ecologico culturale, un imbarbarimento della nostra tradizione e impoverimento della storia e del valore dell’oggetto del festival.