Parma città d'arte

Venerd� 02 Gennaio 1970

Parma città d'arte

PARMA: CITTA’ D’ARTE
Arriva l’autunno e con il ricordo del mare e del monte si ritorna a scoprire le città per una vacanza breve, magari per fare rifornimento anche di qualche prelibatezza culinaria la dove il prodotto ha i propri natali e Parma in questo periodo offre un opportunità in più; il salone del camper. Parma, notissima oggi soprattutto per le sue vicissitudini politiche, il primo sindaco in Italia del movimento 5 stelle la clamorosa sconfitta dei “rossi” che più che rossi emiliani sembrano rossi sbiaditi. Ma la storia di Parma che ha origini lontane a ben visto altro. Colonia romana dal 185 a.C., Parma raggiunge la sua massima espansione in età  imperiale, ottenendo nel I secolo d.C. il titolo di “Julia”, per la fedeltà  dimostrata verso Roma. Chrysopoli (citta d’oro) sotto Teodorico (553-568), periodo Bizzantino. Nel 568, i Longobardi occuparono circa un terzo della superficie abitata, trasformando Parma in un centro militare e amministrativo con l’insediamento di un duca.
La città  divenne libero comune nel XII secolo; nel 1513 venne annessa allo Stato della Chiesa; nel 1545 Papa Paolo III creò il Ducato di Parma e Piacenza, destinandolo a suo figlio Pier Luigi Farnese, i cui discendenti lo governarono fino al 1731. In questo periodo Parma conobbe una particolare fama per la sua scuola di pittura, con artisti come Correggio e Parmigianino.
Nel 1748 il ducato passò alla famiglia spagnola dei Borbone: è uno dei periodi di maggior splendore, in cui la città  viene arricchita di  eleganti architetture neoclassiche e di importanti istituzioni quali
la Biblioteca Palatina.
L’11 aprile 1814 il trattato di Fontainebleau, seguito all’abdicazione di Napoleone, pone il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla sotto la protezione dell’Austria. Maria Luigia d’Austria regge le sorti del Ducato fino al 1847, quando esso viene riassegnato ai Borbone.
Nel 1860 tramite plebiscito il ducato passa al Regno di Sardegna, e quindi al Regno d’Italia.

Da non perdere:

Battistero: fu progettato da Benedetto Anelami; iniziato nel 1196, fu completato nel XIII secolo. La facciata è in marmo rosa di Verona; l’interno, a pianta ottagonale, è diviso in due loggiati e coperto da una cupola a costoloni. Al centro sorge una grande vasca battesimale risalente alla fine del XIII secolo. Da ammirare le decorazioni plastiche, opera di Antelami, e gli affreschi del ’200 e del ’300, così come il ciclo dei mesi e delle stagioni e i rispettivi segni zodiacali scolpiti dall’Antelami stesso.

Duomo: la Cattedrale di Parma, dedicata all’Assunzione della Vergine; venne consacrata nel 1106, e ricostruita dopo il terremoto del 117. La costruzione è tardoromanica, lo stile lombardo: l’interno, a croce latina, è a tre navate su pilastri dai bellissimi capitelli e presenta decorazioni della scuola manierista emiliana e il ciclo di affreschi ispirato al tema dell’assunzione della Vergine, opera del Correggio, così come la grande cupola ottagonale che si innalza sopra al presbiterio.

San Giovanni Evangelista: luogo di culto, risalente al IX secolo, restaurata tra il 1498 e il 1510 per ordine dei Benedettini. La facciata, in marmo bianco, e il campanile, sono entrambi di stile barocco; l’interno è di stile rinascimentale, a croce latina, con tre navate, e presenta una cupola all’incrocio con i transetti, contenente la Visione di San Giovanni a Patmo, opera del Corrreggio. Notevole anche la grande pala di Gerolamo Bedoli, dietro l’altare maggiore, e la biblioteca, che conserva i vari esempi di codici miniati del ’400-’500.

Chiesa della Steccata, venne costruita nella prima metà  del secolo XVI da Bernardino e Giovan Francesco Zaccagni in ringraziamento alla Vergine per la vittoria contro i nemici nella guerra di Parma del 1521. Essa presenta una pianta a croce greca con le absidi su ogni braccio. All’interno, si possono ammirare molte opere dei più grandi maestri del rinascimento parmense, tra cui, sull’altare maggiore, le Vergini sagge e le Vergini folli del Parmigianino. La cupola, risalente al 1560, è caratterizzata da una luce intensa, che la illumina ed è creata grazie alle foglie d’oro negli archi traversi.

Teatro Regio: legato al melodramma verdiano. Fu eretto, su commissione di Maria Luigia, nel 1821-29, nell’area del convento delle benedettine di S.Alessandro; fu inaugurato il 16 Maggio 1829 con l’opera Zaira, scritta da Vincenzo Bellini per l’occasione. Il teatro presenta una facciata neoclassica, formata da un portico sostenuto da dieci colonne di granito. Celebre è il sipario dipinto da Giovanni Battista Borghesi, che rappresenta il Trionfo della Sapienza.

Teatro Farnese: venne fatto costruire a partire dal 1618 da Ranuccio I, duca di Parma e Piacenza, che intendeva celebrare con uno spettacolo teatrale la sosta a Parma del granduca di Toscana, Cosimo II, diretto a Milano per onorare la tomba di san Carlo Borromeo, canonizzato nel 1610. La realizzazione dell'opera venne affidata all'architetto Giovan Battista Aleotti, detto l'Argenta (1546-1636): venne costruito al primo piano del Palazzo della Pilotta di Parma, in un grande vano progettato come Salone Antiquarium ma sempre utilizzato come sala d'armi e come sede di tornei. Il teatro venne completato nell'autunno del 1618 e dedicato a Bellona (dea della guerra, in omaggio alla prima destinazione dell'ambiente) ed alla Muse: a causa di una malattia che aveva colpito Cosimo II, costringendolo ad annullare il pellegrinaggio programmato, il teatro rimase inutilizzato per quasi dieci anni. Inaugurato il 21 dicembre del 1628, in occasione delle nozze di Odoardo, figlio di Ranuccio, con Margherita de' Medici, figlia di Cosimo. Per celebrare l'evento venne allestita lo spettacolo Mercurio e Marte, con testi di Claudio Achillini e musiche di Claudio Monteverdi: nel corso dell'opera venne anche allagata la cavea ed inscenata una naumachia. A causa della complessità e degli elevati costi degli allestimenti, il teatro venne utilizzato solo altre otto volte: l'ultima nel 1732, in occasione dell'arrivo di don Carlo di Borbone nel ducato.

Parco Ducale, uno dei numerosi parchi che arricchiscono la città. Situato in pieno centro storico, è chiamato dai parmigiani “il giardino”. Venne creato su commissione di Ottavio Farnese, che nel 1561 ne affidò il progetto all’architetto Giovanni Boscoli. Farnese desiderava infatti avere una residenza più ampia, e così nell’ area verde circostante il palazzo venne realizzato un giardino all’italiana. In seguito, nel 1816, il parco fu in parte ridisegnato da Nicola Bettoli, su commissione della Duchessa Maria Luigia.

A questo punto avete percorso circa 2500 metri a piedi, è tempo di rilassarsi un attimo, riprendere il proprio mezzo di locomozione e seguire direzione sud verso le colline che hanno dignità di montagne, raggiungere l’agriturismo Ciato, rilassarsi un attimo fra i must dell’agroalimentare e si è già pronti per visitare i castelli del ducato piuttosto che le collezioni della Magnani Rocca