Venerd� 02 Gennaio 1970
Fra il 1518 e il 1519, in S. Paolo su incarico della Badessa Giovanna da Piacenza; vi dipinse anche il Correggio. Nel 1524, quindi poco tempo dopo, la Camera divenne inaccessibile; al monastero, infatti, fu applicata una rigida clausura. La Camera con tutte le sue splendide decorazioni fu conosciuta solo nella seconda metà del Settecento. L’accesso (differente da quello originario) ci introduce immediatamente nell’ex sala capitolare con mobili e brani d’affresco, per poi passare alle due stanze di rappresentanza della Badessa, affrescate rispettivamente da Alessandro Araldi, che l’eseguì nel 1514, e da Correggio.Trattasi di un capolavoro assoluto della storia dell’arte che consente di conoscere uno dei primi esempi, a Parma, di pittura già piena mente rinascimentale, un linguaggio pittorico innovativo ed originale. Costeggiando a sinistra la mole maestosa della Cattedrale di Parma, si arriva davanti ad una piccola ed anonima porticina in legno e vetro aperta su di un imponente muro di mattoni facente parte del complesso conventuale di San Giovanni. Entrando si accede al mondo strano e meraviglioso dell’antica farmacopea tra mortai, vasi decorati e gli sguardi severi dei maestri della medicina antica. Aperta intorno al 1201, anche se è probabile che esistesse già in precedenza, la Storica Spezieria annessa al complesso abbaziale di S. Giovanni Evangelista con sente ancora oggi un affascinante itinerario attraverso le antiche arti dell’alchimia e della farmacia. Dalla porta d’ingresso (1606), si accede ai locali, composti di tre stanze (dette del Fuoco, dei Mortai, delle Sirene) con scaffalature del XV e XVII secolo. Un quarto locale adibito a laboratorio, conserva alambicchi, bottiglie, bilance e oggetti vari.