Giulio e il burro di fiorito -Alla scoperta di prodotti perduti-

Sabato 20 Gennaio 2007

Giulio e il burro di fiorito -Alla scoperta di prodotti perduti-

Giulio e il burro di fiorito Giulio Prati è il casaro che nelle ventilate sere d‚Äôestate, seduti sotto le gaggie al solo rumore delle foglie, al dolce canto d‚Äôamore delle quaglie, ai profumi del fieno, all‚Äôinconfondibile gusto di una malvasia, in quest‚Äôincantevole scenario, mi erudisce sull‚Äôarte casearia. Assieme ai figli sono i casari per antonomasia, della pedemontana parmense, come riferito in una raccolta di manoscritti del XVIII secolo. ‚ÄúIl casaro deve essere un omo esperto nel suo mestiero, ma tanto più deve essere omo di buona età, sano e forto e piacente e caritatevole e savio e non coleroso e non bestemmiatore, ma cheto nelle sue opere, tanto per sapere fare il formaggio, come per saperlo governarlo e custodire, avendo sempre l‚Äôattenzione di osservare se le sue vacche mangiano bene, se sono allegre nella testa e negli occhi; e trovandone qualcheduna al contrario, conosciuta la malignità, curarla subito nelle debite forme e cos?¨ avrà sempre dei latti buoni e farà sempre dei buoni formaggi e sani, senza terra‚Äù ‚Äìtara- In lui l‚Äôalchimia e la magia legate al latte scorrono perennemente nelle vene e quando, purtroppo molto raramente, alcune forze magiche prevalgono sul quotidiano sforna delizie che ravvivano i ricordi di un‚Äôinfanzia ormai già lontana. Il burro di fiorito altro non è che la prima ricotta che si forma scaldando il siero cotto a circa 85¬?. e passata successivamente in zangola, meglio se di legno e manuale. E' da consumarsi fresco ed è ricco di albumine.

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