Marted� 14 Gennaio 2025
Chi soggiorna da noi, qui all’agriturismo Ciato, sito in Panocchia Parma, non sa e spesso non lo sanno nemmeno i giovani delle generazioni indigene, che l’attuale agricoltura moderna molto lo deve a quello che alla fine del milleottocento successe qui; zolle di terra che compongono il triangolo, Panocchia, Badia Torrechiara, Pilastro.
Si deve infatti alla lungimiranza, alla intraprendenza e capacità degli agricoltori del territorio e ad insigni personaggi, se oggi possiamo vantare di essere una delle province che detiene prodotti di origine controllata famosi e apprezzati in tutto il mondo, come il formaggio parmigiano-reggiano, e se primeggiamo e otteniamo buon reddito dalla coltivazione del pomodoro.
A poche centinaia di metri verso sud a fianco dell’abbazia Madonna della neve –Torrechiara- troviamo il podere Fiorita, oggi in peccaminoso abbandono, già sede della prima cattedra ambulante di agricoltura voluta da Antonio Bizzozzero, uno fra gli artefici della costituzione del consorzio agrario di Parma.
Il podere Fiorita è parte della “fu meritoria” fondazione voluta da Domenico Biggi; pezzo di un cospicuo lascito “Opera pia” che fra gli scopi aveva anche lo studio e il progresso in agricoltura.
Confinante a nord troviamo Villa Rognoni, inserita un tempo nel più ampio corpo di fabbrica La Mamiana, oggi purtroppo smembrata, mentre la villa sottoposta a vincolo sta vivendo e subendo le vicissitudini di tante sue consorelle.
La Mamiana proprietà al tempo dell’agronomo Carlo Rognoni, teatro della sperimentazione, introduzione nella rotazione agraria, della coltivazione e trasformazione del pomodoro.
Il volere delle amministrazioni, probabilmente per dinamiche che sfuggono al nostro intendere o particolari interessi, hanno fatto si che chi ha avuto l’incarico di omaggiare la storia ha decontestualizzato l’amena Panocchia.
Più abili nel carpire la nostra buona fede nell’illusione di poter sancire in modo indelebile un pezzo di storia del territorio utilizzando quale magazzino pro tempore in modo non oneroso gli spazi della nostra azienda.
Tanto è che i musei del cibo della pasta e del pomodoro hanno trovato sede a Collecchio e il Parmigiano a Soragna, ben distante dalla Val d’Enza culla del Parmigiano-Reggiano.
Eppure le disponibilità c’erano ed erano diverse, oltre alla nostra disponibilità che già aveva in essere uno studio di fattibilità, si poteva ipotizzare l’uso della Mamina stessa, a pochi passi la dismessa fabbrica di pomodoro Ludovico Pagani, la prima storica industria di trasformazione del pomodoro esistente in Europa; uno fra i primi a seguire il Rognoni, e se parliamo di formaggio uno storico caseificio a pochi metri dalla Mamiana.
Ma come disse Göring a Norimberga la storia la scrivono i vincitori, così che Panocchia, un tempo fiorente e ridente paese “… dove i contadini eran diventati maestri nel coltivare la pianta così redditizia che iniziarono le prime fabbriche moderne, oggi vi fumano i camini a poca distanza uno dall’altro e son milioni di lire che vi si fabbricano” scriveva il 25 giugno 1924 la Gazzetta di Parma, rimane l’ultimo lembo di terra del comune di Parma, dove almeno pare piacevole soggiornare.
Ma a Carlo Rognoni non gli si deve la sola fortuna del pomodoro ma anche la denominazione Parmigiano-Reggiano, quando già avanti negli anni si oppose fermamente ad una delibera già presa dalla Camera di Commercio di Milano con cui si di appropriava della denominazione Parmigiano‚ per il suo grana fabbricato oltre Po.