Sabato 06 Gennaio 2018
Prosegue la nostra ricerca sui vini autoctoni e meno conosciuti del territorio ed è così che dopo l’uva Fogarina, abbiamo incontrato l’uva Spergola in versione brut.
L’uva Spergola dona un vino di una personalità inconfondibile sia nella versione secco, semisecco, dolce; fermo o frizzante, spumante o passito. Come vino secco accompagna con gusto il pranzo antipasti, primi piatti a base di pesce, pasta ripiena, secondi piatti leggeri e salumi, o ancora con il Parmigiano Reggiano. La versione dolce è adatta invece a torte da forno, biscotti, zuppa inglese. Le prime testimonianze scritte relative al vitigno Spergola risalgono al XV secolo, quando fu citato da Bianca Cappello, Granduchessa di Toscana. Si tratta quindi di un vitigno autoctono molto antico, che per molto tempo è stato confuso con il Sauvignon. Nel 2000 un’analisi sul dna di questo vitigno ha dimostrato risolutivamente la diversità genetica rispetto al Sauvignon, consentendo la registrazione della Spergola nel Catalogo Nazionale delle Varietà della Vite e quindi l’inserimento nella DOC Colli di Scandiano e Canossa. E’ proprio nella zona reggiana di Scandiano che lo Spergola ha trovato il suo habitat ideale, nei terreni argillosi e ricchi di gesso. Il grappolo si presenta mediamente denso con acini medio-piccoli e la buccia pruinosa di color verde-giallo e la particolarità di essere accompagnato a lato da un grappolo più piccolo. Il vitigno Spergola consente di ottenere un vino bianco che nella versione frizzante o spumante presenta un colore giallo paglierino scarico con tenui riflessi verdolini, un delicato profumo di fiori bianchi e di mela verde e un gusto fragrante dotato di buona acidità, con un retrogusto lungo e persistente.