Domenica 17 Dicembre 2017
Chi mi segue assiduamente avrà anche notato che non tutte le mattine sto a dar fuoco ai fornelli, ad esempio l’altro ieri che era una bella giornata di sole e diciamo anche la data14.12.2017 così magari un di forse a qualcuno potrà servire, mi sono recato a vangar l’orto facendo attenzione a raccogliere tutti quegli ortaggi scappati alla raccolta primaria, perché proprio da quel che finirà nel cesto nascerà un povero piatto che cheterà il nostro stomaco come un tempo azzittiva quello dei nostri bravi contadini.
Con questo piatto daremo di conto anche ai richiami del nostro dottore. Mi sento di affermare che quando è nato questo piatto certo i medici del tempo non erano loro a consigliare la moderazione dell’uso di carne, ma i portafogli leggeri della gente che doveva fare i conti tutti i giorni con le scarse risorse a disposizione mentre le “rezdore” dovevano fare appello al loro estro e alla loro fantasia, ai tramandati saperi muliebri per sfamare bocche fameliche di famiglie molto numerose. Pigramente la vangatura dell’orto invernale, ha capovolto le zolle, là dove sino a pochi giorni prima rigogliose vegetavano le ultime derrate dell’orto. La ricetta ci riporta al tempo della parsimonia il toponimo deriva dal verbo scappare, scappare delle verdure raccolte durante l’anno. Stagione permettendo in questo periodo si dava inizio alla vangatura dell’orto e lì emergevano piccoli tesori per una fantasiosa cucina: carotine, piccole sochette di sedano con poche foglie avvizzite dal gelo, qualche rimasuglio di patate, qualche ricaccio di cipolla e le ultime verzette tardive che servivano alla cucina della parsimonia. Ingredienti: lardo, verdure (secondo la buona sorte), pane raffermo, parmigiano. Mettere in casseruola una giusta quantità di lardo a dadini da sciogliere a dovere affinché la parte più magra si riduca in piccoli ciccioli. Aggiungere, tritate finemente, le verdure e farle soffriggere, tirando a cottura con acqua. In una teglia stendere uno strato di pane raffermo, una giusta quantità di parmigiano e il soffritto, ripetere l’operazione, bagnare con acqua tiepida e salata e passare al forno. Se mai si riuscisse a trovare del tosone, metterlo sulla zuppa negli ultimi minuti.