Gioved� 30 Gennaio 2014
Da diverso tempo si assiste ad un vigoroso risveglio di interesse verso la cucina dei sapori perduti, la “cucina delle nonne” per recuperarne i valori, i sapori, quelli legati alla sì detta cucina povera.
E’ un crescendo continuo di pubblicazioni, ricerca, trasmissioni televisive destinati ad approfondire i molteplici aspetti riguardanti la storia del cibo del costume alimentare e del territorio. Ma vi è un aspetto che nessuno deve mai dimenticare a cui nessuna pubblicazione o trasmissione può supplire e integrare; il sapore della terra e le mani di chi cucina. Lo abbiamo dimostrato e siamo in grado di rimostrarlo: stessa ricetta con ingredienti comprati al mercato e i prodotti della nostra terra, c’e rassomiglianza ma non affinità, stessi prodotti, stessa ricetta, stessa cucina, ma mani diverse; c’è affinità, attinenza e conformità ma alcune sfumature rimangono. Ecco perché qualcuno ebbe a dire della cucina parmigiana; la cucina degli anolini dalle mille variazioni.