Marted� 23 Marzo 2010
Un diverso fine settimana può essere quello di evitare lunghe code e senza fretta trascorrerlo in bici o a piedi alla scoperta della vita dei luoghi dove nascono il Parmigiano Reggiano o il prosciutto di Parma piuttosto che fare quattro chiacchiere con i titolari fra malvasia e spuntini del luogo.
Un diverso fine settimana può essere quello di evitare lunghe code e senza fretta trascorrerlo in bici o a piedi alla scoperta della vita dei luoghi dove nascono il Parmigiano Reggiano o il prosciutto di Parma piuttosto che fare quattro chiacchiere con i titolari fra malvasia e spuntini del luogo.
Ciato è davvero la meta ideale per vivere questa esperienza, luogo dove chi ha cuore, anima ed occhi propensi ad accogliere attimi nobili di un tempo lontano può fermare le lancette dell’orologio.
Un viaggio che vale la pena di intraprendere per chi ha la volontà di conoscere e vivere le tradizioni enogastronomiche, scoprire le produzioni locali.
E’ questo il modo per conoscere la parte più intima di una terra ricca di arte, cultura e tradizioni nonché della buona cucina, che spazia dalla ricetta agreste della rezdora, padrona della casa contadina, alla cucina di palazzo ducale della duchessa Maria Luigia d’Austria, con finezza francese e sapori forti dell’Austria.
http://www.emiliaromagnaturismo.it/enogastronomia/ricetta-scheda.asp?Numrec=141
http://www.emiliaromagnaturismo.it/enogastronomia/ricetta-scheda.asp?Numrec=83
Ciato è quindi meta, non solo dello “slow travel” come si usa dire oggi, ma del fine settimana a tavolino per sentirsi raccontare davanti a calici di fresca malvasia storie racconti e composizione di piatti oramai perduti, ma ancora riproducibili all’ombra di quel noce classico delle corti della pedemontana parmense, da degustare quando il sole accarezza le colline ad ovest, in un tripudio di colori auguranti di una buona serata.