Venerd� 27 Novembre 2009
Quando si rompe l'equilibrio tra l'essere umano e la natura si origina violenza.
La terra offre risorse sufficenti per i bisogni di tutti ma non per l'avidità di alcuni.
La prima frase è da attribuire a Adolfo Pérez Esquive, premio nobel per la pace, architetto e scultore, La seconda è di Mahatma Gandhi, personaggi sui quali riteniamo non doverci dilungare dato il loro indiscusso valore. Mai, la nostra penna potrebbe loro attribuire o descrivere a sufficienza le doti morali.
Quello che la “voce dei campi”, la nostra piccola rubrica può fare è portare, se mai fosse possibile, il proprio piccolo contributo per smuovere le coscienze, almeno due, perché queste due ne sensibilizzino quattro e cosi via a seguire.
Come giustamente sottolinea Pérez, non possiamo pensare che i grandi cambiamenti arrivino per mano dei governanti. Solo la volontà delle genti può generare cambiamenti è il popolo che deve chiedere una svolta sociale, culturale e politica. Solo se ci si muove dal basso si provoca un vero rinnovamento, e chi governa deve ascoltare la voce del popolo altrimenti non serve a nulla, anzi.
E’ per questo che l’educazione diventa fondamentale, dobbiamo prendere coscienza dei problemi ambientali, avere delle pubbliche politiche che tengano conto dell’aspetto sociale, educativo e giuridico per la difesa dell’ambiente.
L’attuale crisi probabilmente non è stata sufficiente a frenare la depauperazione dei fertili territori della nostra pianura padana, anzi per rimpinguare le casse si autorizzano nuovi insediamenti, ci si mobilita per salvare le banche, si danno incentivi per cambiare auto, moto, per sostenere un economia che oramai non regge più, e ci si dimentica sempre del settore primario.
Ma Madre Terra come diceva il grande Gandhi non è fatta per gli avidi, dovremmo allora riconsiderare certi comportamenti e ritrovare quel giusto equilibrio che ci consenta una sana convivenza
Fatto 100 un nostro ipotetico istogramma, il prezzo di un prodotto che finisce sulla nostra tavola secondo dati Nomisma, la torta è così suddivisa: Agricoltura 16% Industria 12% Ingrosso 31% Diversi 41%.
Numeri raccapriccianti, ma indicativi che testimoniano se mai ne fosse necessario che l’attuale situazione è insostenibile.
Ad incidere in modo significativo alla voce diversi c’è la burocrazia che non trova pari nei nostri partner europei. Rabboni, il nostro assessore regionale all’agricoltura per venire incontro agli impegni delle aziende agricole sta mettendo in essere una linea diretta via internet per diminuire, o meglio per agevolare le nostre imprese, sicuramente un passo coraggioso che quando mesi fa lo propose l’ex direttore di AGEA fu subito sostituito nell’incarico dal ministro Luca Zaia.
Ci piace vedere che quanto si era già lamentato è stato recepito, ma basta questo per sanare la situazione funeraria della nostra agricoltura?
Forse varrebbe la pena di analizzare anche un altro istogramma, quello delle risorse così dette destinate al settore primario. Di queste non siamo riusciti a trovare un istogramma certo, ma ci viene da pensare che non tutta la torta finisca al settore primario, hai voglia moriremmo di obesità altro che di miseria!