Venerd� 02 Gennaio 1970
Le motivazioni per cui scegliere un agriturismo per visitare una vicina città d'arte o un territorio possono essere svariate. Scegliere l'agriturismo Ciato a Parma è un ulteriore attenzione, una motivazione in più, data dalla consapevolezza che i gestori (Mario Schianchi e Laura Veneri) si sono impadroniti di tutto quanto può essere un servizio ulteriore al cliente, dato dalla profonda conoscenza della città e del territorio che vi può essere di aiuto nel scegliere cosa vedere o cosa fare nel periodo in cui si decide di rimanere in agriturismo, senza sottacere dei segreti custoditi negli sgualciti quaderni, in cui si trovano le miscele dei norcini che preparavano i salami per il Mazzola (Parmigianino) o le ricette provenienti dalle confidenze di alcuni monaci del monastero di S. Giovanni, cultori della medicina naturale e dell'utilizzo delle erbe in cucina e nelle infusioni.
In questa prima parte vi accompagniamo fra le mura della città e nell'immediata periferia, nella successiva vi accompagneremo fuori le porte, sempre rimanendo in un raggio di azione percorribile anche con le biciclette.
Parma: lo stemma del Comune è costituito da uno scudo con croce azzurra in campo oro, sormontata da corona ducale e contornata dal motto: "hostis turbetur quia Parmam virgo tuetur" che tradotto significa "tremino i nemici perché la Vergine protegge Parma". La frase fu coniata in occasione della vittoria dei parmigiani nel 1248 sulle truppe assedianti guidate dall'imperatore Federico II.
Il Gonfalone del Comune consiste in un drappo con croce azzurra in campo oro recante l'iscrizione: "aurea Parma" che richiama l'antica denominazione che i Bizantini avevano coniato per la città: Crisopoli. « Chrysopolis dudum Graecorum dicitur usu, aurea sub lingua sonat haec urbs esse latina; scilicet urbs Parma, quia Grammatica manet alta, Artes ac septem studiose sunt ibi lectae » « All'uso dei Greci ancora Parma viene chiamata Crisopoli, che in greco significa città d'oro; come a dire che primeggia nella grammatica e che in essa sono coltivate con passione tutte e sette le arti »
Da vedere nel quartiere Parma Centro (detto anche Parma Nuova)
Duomo, Battistero, Abbazia di.San Giovanni Evangelista, Palazzo della Pilotta con la sua pinacoteca e il teatro Farnese, Museo Glauco Lombardi (di Maria Luigia),Complesso di San Paolo, piazza Garibaldi, Santa Maria della Steccata, Palazzo del Governatore, San Pietro Apostolo, Palazzo del Comune, Chiesa di San Vitale. San Francesco del Prato, Oratorio Santa Maria del Carmelo,.
Da vedere nel quartiere Oltretorrente (detto anche Parma Vecchia)
S.S. Annunziata, Santa Maria delle Grazie, Oratorio di Sant'Ilario dell'Ospedale Vecchio, torri dette dei Paolotti, chiesa Santa Croce, chiesa di Santa Maria del Quartiere, Santa Maria del Tempio.
Edifici situati fuori dal centro storico
l'Abbazia Cistercense di Valserena, la Certosa, Chiesa di San Geminiano a Vicofertile, Pieve di Gaione, Palazzo del Giardino, Palazzetto Eucherio Sanvitale, entrambi all’interno del Parco Ducale, Palazzo Episcopale, Palazzo delle Poste. Palazzo Tarasconi. Palazzo Carmi, Palazzo Imperiale dell'Arena. Palazzo Pallavicino. Palazzo Marchi, Palazzo Meli-Lupi, Palazzo Tirelli Casino Petitot, Palazzo Boselli, Palazzo dell'Università
Teatri
Teatro Regio, Teatro Farnese. primo teatro europeo a scena mobile, disegno del Magnani, è il più bello e il più grande d'Italia. Ha 300 piedi di lunghezza e contiene comodamente 9.000 spettatori. Siccome è benissimo immaginato, non ha il difetto di quelli d'altri Architetti, nei quali una parte degli spettatori non vede: questo è disposto in modo che tutti godono lo spettacolo, e dal fondo del Teatro all'estremità opposta si sente anche un uomo che parli sottovoce; e alzandosi la voce non v'è eco, né confusione
Porte
Le antiche mura della città erano contornate da numerose porte, alcune delle quali in parte ancora visibili.
•Porta San Francesco. Oggi detta anche barriera Bixio, fu edificata nel 1261 a causa della forte espansione cittadina e rappresentava l'uscita verso i grandi feudi della montagna. Da qui i pellegrini di passaggio lasciavano la città per recarsi a Roma attraverso la Via Francigena. La porta, in buono stato di conservazione, è situata a sud del centro storico ed è formata da una barriera composta da quattro pilastri decorati con statue all'estremità superiore, da leoni alla base, tre cancellate e una scultura raffigurante un'immagine simbolica femminile, opera di Cristoforo Marzaroli
•Porta Santa Croce. Fu costruita nel XIII secolo ad ovest della città, in direzione Piacenza. Oggi sono ancora visibili la chiesa omonima, costruita nello stesso periodo, e l'edificio del Cinquecento voluto da Papa Paolo III, che pochi anni dopo i Farnese ampliarono con l'aggiunta di un sopralzo e di sei camere decorate
•Porta San Michele. Anticamente situata ad est della città, dove oggi è visibile una grande e moderna fontana, di essa è rimasta solamente l'antica chiesa dalla quale prese il nome.
•Porta Nuova. Anticamente situata in fondo a strada dei Genovesi (l'attuale via Farini) e fatta erigere da Ferdinando I di Borbone, fu demolita nel 1901 dal Comune, che ne eresse un'altra nel 1915 all'angolo con viale Umberto I. Lo stemma dei Borboni con la cornucopia dell'abbondanza che ne sormontava la facciata fu salvato dalla demolizione e rimontato nel cortile della Rocchetta in Pilotta.
• Porta San Barnaba. Situata in fondo all'odierna via Garibaldi, essa proteggeva il lato nord della città. Prende il nome dalla omonima chiesa ancora oggi individuabile in via Affò dove sorgeva. Nel 1830 la costruzione di una nuova barriera su via Garibaldi ne decretò la completa distruzione
Monumenti
•Cittadella. Grande fortezza costruita alla fine del XVI secolo su ordine del duca Alessandro Farnese, a margine delle mura storiche di Parma, per scopi difensivi e quale emblema del potere ducale. La sua costruzione fu anche l'occasione di fornire lavoro a gran parte della popolazione. Di forma pentagonale, l'architettura si ispira fortemente alla cittadella di Anversa. Oggi il suo interno è un vasto e frequentatissimo spazio dedicato a verde pubblico, attrezzato con numerosi impianti sportivi e giochi per bambini.
•Pons Lapidi. Detto anche Ponte Romano o Ponte di Teodorico. Questo antico ponte in muratura di età Augustea fu ricostruito da Teodorico nel 493 e rimase in area asciutta dopo l'innondazione del 1177 che deviò il corso del torrente. Oggi rimangono visibili due delle undici arcate. Un progetto di recupero ambientale in corso favorirà la valorizzazione delle arcate visibili del manufatto. Il resto delle arcate rimane tuttora sepolto sotto l'attuale via Mazzini.[15]
•Ospedale Vecchio. Creato nel 1250 sul lato nord dell'attuale via d'Azeglio, fu in seguito ricostruito. Prima manifestazione del Rinascimento dell'architettura parmigiana, l'attuale edificio è databile tra il XV ed il XVI secolo su progetto e realizzazione di Gian Antonio da Erba. All'interno del complesso è collocato l'Oratorio di Sant'Ilario. Dal 1948 è sede dell'Archivio di Stato e della Biblioteca Comunale. Un importante intervento di riqualificazione consentirà un utilizzo differente di questa antica struttura medievale.[16]
•Monumento a Verdi. In granito e bronzo, l'opera dello Ximenes, costruita nel 1913 dall'architetto Lamberto Cusani, è dedicata al grande maestro Giuseppe Verdi. Il monumento visibile attualmente è solo una parte di un complesso più vasto, sacrificato, non senza polemiche, in nome dell'espansionismo urbanistico del dopoguerra.
•Monumento a Bottego. Monumento bronzeo realizzato nel 1907 dallo Ximenes, in occasione del decimo anniversario della scomparsa dell'esploratore parmigiano Vittorio Bottego. La zona in cui sorge il monumento è attualmente sottoposta ad una vasta operazione di ristrutturazione e riqualificazione urbana, seguendo un progetto dell'architetto catalano Oriol Bohigas. Da una vasca d'acqua emerge un piedistallo formato da macigni su cui è posta la statua di Bottego con ai lati due guerrieri galla che rappresentano i fiumi Omo e Giuba.
•Monumento alla Vittoria alata. Obelisco, posto in viale Toschi, fu inaugurato nel 1931 dal re Vittorio Emanuele III. La parte bronzea è stata realizzata dallo Ximenes. Il monumento, il cui autore fu Lamberto Cusani, è costituito da una alta colonna di marmo avvolta da un fregio bronzeo che ferma una lunghissima spada. Una figura femminile alata, la Vittoria, posta su una sfera bronzea, conclude la colonna alta circa dieci metri.
•Monumento a Filippo Corridoni. Il monumento dedicato al sindacalista caduto nel 1915 sul Carso, fu eretto nel quartiere Oltretorrente fra il 1925 e il 1927, su disegno dell'architetto parmigiano Mario Monguidi e modellato nel marmo e nel bronzo dallo scultore Alessandro Marzaroli. La statua in bronzo, restaurata nel 2009, misura 4,50 metri di altezza. L'intero manufatto poggia su una base di gradini di porfido ed è alto 13 metri. Dal basamento quadrato, con quattro teste scolpite nel marmo, quattro aquile e quattro scritte di Corridoni, si innalza la stele bianca con altorilievi. L'epigrafe è del poeta parmigiano Ildebrando Cocconi.
•Monumento a Ercole e Anteo. È un'opera in rame dell'artista fiammingo Teodoro Vandersturck risalente agli anni tra il 1684 e 1687 e nota anche con il nome de I du brasè (in dialetto parmigiano i due abbracciati). In origine doveva ornare la vasca collocata davanti a Palazzo Ducale, ma venne più volte trasferita. Fino al suo ultimo restauro la statua era situata a fianco del Palazzo del Comune, dove è ancora visibile una copia, mentre oggi è collocata all'interno del cortile di Palazzo Cusani (sede della Casa della Musica). Monumento al Correggio. Statua del 1870 realizzata in marmo dallo scultore Agostino Ferrarini e posta in piazza Garibaldi. Rappresenta l'artista Antonio Allegri da Correggio nell'atto di guardare una propria opera tenendola, a distanza, con una mano sopra al proprio ginocchio.
•Monumento a matt Sicuri. Enzo Sicuri, il filosofo da marciapiede, era un personaggio contemporaneo molto noto in città per aver sempre vissuto in strada, dormendo in scatole di cartone e veniva chiamato familiarmente dai parmigiani matt Sicuri. Il monumento in bronzo, realizzato da Maurizio Zaccardi, ne celebra la figura mentre siede su una scatola di cartone appoggiato a una bicicletta.
•Monumento al Parmigianino. È una statua in marmo bianco del 1879 finanziata dall'Ordine Costantiniano e dal Comune. Con base a sezione quadrata divisa in tre piani, fu realizzata da Giovanni Chierici e raffigura Francesco Mazzola, detto il Parmigianino. L'ubicazione in piazzale della Steccata non è casuale: l'artista, infatti, aveva lavorato all'interno della vicina Chiesa della Steccata, realizzandone alcuni affreschi, tra il 1531 e il 1539.
•Monumento al Partigiano. È un'opera ideata dallo scultore Marino Mazzacurati e dall'architetto Guglielmo Lusignoli, raffigurante tre aspetti della guerra e della resistenza: un combattente con il mitragliatore in mano, un partigiano caduto e un muro per le fucilazioni ricavato da mattoni di case parmigiane distrutte dai bombardamenti. L'inaugurazione avvenne nel luglio 1956 in occasione della visita del Presidente Giovanni Gronchi.
•Monumento a Garibaldi. Opera in bronzo dello scultore Davide Calandra, fu scoperta nel 1893. È posta nell'omonima piazza, di fronte al palazzo del Governatore. La statua, alta più di tre metri e posata su un alto basamento che reca tre bassorilievi raffiguranti la difesa di Roma, la battaglia di san Fermo e lo sbarco a Marsala, ritrae l'Eroe dei Due Mondi in piedi con le mani appoggiate sull'elsa della spada.
•Monumento a Padre Lino. Ricorda Padre Lino Maupas, un frate francescano dalmata, assai amato dai parmigiani per le sue virtù cristiane, morto a Parma nel 1924. La statua, in bronzo e senza basamento, opera della scultrice Jucci Ugolotti, fu collocata nel 1998 in piazzale Inzani, vicino al Convento dell'Annunziata in cui Padre Lino visse dal 1893 alla morte. Il frate è rappresentato nell'atto di camminare offrendo i pani che stringe nelle madi.
•Monumento ai Caduti di tutte le guerre. È stato ottenuto da Mario Monguidi modificando opportunamente l'antica Torre di San Paolo in via Macedonio Melloni. Esso è costituito principalmente da una grande lapide di marmo bianco con una epigrafe, da cinque teste coronate da filo spinato a ricordo dei soldati in trincea, da una lampada votiva, da una statua inginocchiata (la Stirpe Italica) e da medaglioni con i simboli delle armi. La torre è munita di una cella con una grande campana. Fu inaugurato nel 1961 dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
•Monumento ad Arturo Toscanini. Opera di Maurizio Zaccardi, ritrae Arturo Toscanini, a grandezza naturale, nell'atto di dirigere l'orchestra. La statua, posta su un massiccio basamento di marmo, è stata sistemata all'ingresso del Barilla Center in via Emilia Est, in attesa di essere spostata in una piazza vicino alla casa natale del grande Maestro.
•Monumento a Padre Pio da Petrelcina. Il monumento in bronzo e senza piedistallo, di Padre Pio è stato posto dalla devozione popolare in piazzale Salvo d'Acquisto nel 1991. Il frate, a grandezza naturale, è ritratto in atteggiamento di preghiera. È andato perso il nome dell'autore.
•Arco di San Lazzaro. È un arco trionfale recentemente ristrutturato, con una struttura a tre fornici e decorato secondo un gusto barocco. Venne costruito in occasione delle nozze tra il duca di Parma Odoardo Farnese e Margherita de' Medici e più volte restaurato nel corso dei secoli, dapprima per festeggiare il matrimonio tra Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna, in seguito, nel 1805, in occasione dell'arrivo di Napoleone I e nel 1825 per la visita di Francesco I e la figlia Maria Luigia.