Venerd� 02 Gennaio 1970
.Ciao,
questa nuova pagina che si aggiunge al nostro sito, oggi giovedì 10 gennaio 2008 S. Aldo, è frutto di una grande attenzione che rivolgiamo ai nostri ospiti.
Se sino a ieri ci siamo accontentati con il continuo inserimento nelle neuw di alcuni particolari del nostro territorio, aneddoti legati ai cibi e alle tradizioni della vita agreste della nostra pedemontana; notizie che comunque rimangono consultabili nelle pagine succitate specie alla voce “fra aia e cucina”, da oggi cercheremo di approfondire maggiormente quello che il territorio offre. Cercheremo di inserire quei dettagli quei luoghi che solo chi conosce a fondo il territorio può trasmettere e che, speriamo, vadano oltre quello che le pagine istituzionali che troviamo sul web possono raccontarci. Inutile raccontare che in agriturismo vi è la possibilità di scorrere le ore con una buona lettura sniffando e annusando a pieni polmoni gli odori che può sprigionare un orto di officinali quando la brezza strofina le foglie delle varie essenze, inutile dire che occhio e palato possono gustare di una visone e percezione di genuino, questo lo diamo per scontato. Ma chi sceglie l’agriturismo spesso lo fa per capire, scoprire e vivere un emozione di territorio. E per questo che cercheremo in sintesi di raccontare quali emozioni possono essere vissute per gli amanti dell’enogastronomia, dell’arte, della storia, della natura e dello sport. Tutto questo rimane comunque una introduzione, perché se lo vorrete una volta nostri ospiti sarete come sempre accompagnati passo dopo passo; non ci faremo dominare dal tempo, ma cercheremo di vivere in armonia col tempo. Con questa sintesi pensiamo di potervi essere anche utili nel predisporre al meglio il vostro soggiorno, decidere cosa o non cosa scegliere, come organizzare la vostra permanenza per non doverci lasciare con il rimpianto, ma se l’avessi saputo……….
Poi se desiderate maggiori dettagli contattateci, siamo a vostra disposizione.
Cose da vedere passeggiando in bicicletta o con bus.
Aggiorneremo con la maggior solerzia possibile questa pagina, ma anche i racconti hanno i suoi tempi.
Oggi iniziamo doverosamente con Parma raggiungibile in pochi minuti coi mezzi tradizionali, o con bus urbano, fermata a 350 metri, quel tanto che ci permette di essere lontano anche dal minimo traffico, ma anche in bicicletta .
Parma ha preso forma nei secoli sulla via consolare Emilia, abbellita ed aggraziata con gusto francese prima dal genero di Luigi XV, re di Francia, ed in seguito dalla Duchessa Maria Luigia, moglie di Napoleone. Parma è anche città del Correggio e del Parmigianino, rinomati artisti del rinascimento italiano. Arrivare al centro di Parma è facile, basta che da Panocchia si segua il percorso dell’omonimo torrente, se non vi lasciate invogliare delle nuove arterie vi troverete sul ponte Dattero, continuate a seguire il torrente sino al successivo ponte, sarete in viale martiri della libertà, lo stradone, disegnato dall’architetto Petitot, grande passaggio pubblico delle carrozze nel 1700. Alla Vs. sinistra troverete la stretta via Farini, su cui si affacciano porticati e palazzi nobiliari, che vi porta al cuore pulsante della città; Piazza Garibaldi. Dallo slargo della piazza che dovrebbe corrispondere all’incirca al foro romano partono le prestigiose via Repubblica, via Mazzini e via Cavur. Su di essa si affacciano il palazzo comunale di epoca farnesiana coi famosi portici del grano, il palazzo del governatore con la nuova torre e l’orologio meridiana e la chiesa di S. Pietro con facciata rifatta dallo stesso architetto Petitot. Percorrendo la “vasca” di via Cavur infondo a destra scorgete il duomo. Raggiungete il transetto con le sue scale di marmo rosa e troverete un capolavoro di scultura romana dell’Antelami: La deposizione. L’affresco del Correggio L’assunzione dipinto del tardo rinascimento. A destra del duomo un gigantesco ottagono rosa è il Battistero ricoperto di sculture antelamiche. Andando appena più avanti vedrete padroneggiare su una piazzetta una facciata di marmo bianco, è la chiesa di San Giovanni un impianto monastico dove fra le altre cose rincontrerete il Correggio. Prima di uscire chiedete di visitare la storica spezieria o farmacia di San Giovanni del sec. Dodicesimo, alimentata con le erbe anche della dipendenza “abbazia madonna della neve” che sorge a pochi passi da Ciato, il nostro agriturismo.
Tornando sui vostri passi e lasciando sulla sinistra via Cavur non potete fare a meno di fare una sosta alla chiesa della Steccata, al Teatro Regio in via Garibaldi. Proseguendo in direzione stazione a sinistra incontrerete il museo Glauco Lombardi coi tesori di Maria Luigia, di fronte il complesso farnesiano “la Pilotta” il cui nome è dato si dice dal gioco che si faceva all’interno dei suoi cortili; la pelota. Al suo interno è di obbligo visitare la galleria nazionale, ricca pinacoteca con opere del Leonardo, Correggio, Parmigianino e altri di grande fama. Sempre all’interno della Pilotta il teatro farnese, teatro ligneo, uno dei più importanti teatri storici del mondo. Sempre nel complesso farnesiano trovate il museo bodoniano, biblioteca Palatina, Museo archeologico. Prima di superare i voltoni per attraversare ponte Verdi ed immergervi nei circa 20 ettari del parco Ducale dove all’interno del palazzo trova sede l’autority alimentare tornate per un attimo sui vostri passi ed in via Melloni troverete Pinacoteca Stuard e la Camera di S. Paolo, prima opera del Correggio, 1591.
Presso l’agriturismo Ciato, troverete dettagliata guida che illustra nei dettagli tutto quello che abbiamo elencato in sintesi e quello che volutamente abbiamo omesso. Tempo consigliato 2 gg.
Percorso storia arte cultura nel raggio di 10Km
Panocchia: Sicuramente di origini romane, la parte più antica che rimane è costituita da Ciato ed alcuni immobili rustici allora dei feudatari Cantelli, la Rocca, già residenza estiva dei conti Bevilaqua, dalla chiesa già cappella del castello e dal ex convento dei padri Agostiniani. Il tranquillo paesello è patria della famosa maschera parmigiana (1700) “Fodriga da Panocìa” a cui è legata unitamente alla “Carlenna” e al “Cazzabal” gran parte della letteratura dialettale parmigiana. La chiesa di San Donnino, eretta nel 1230, fu ricostruita nel 1770, all’interno vi sono pregevoli tele del 700, alcune del locale pittore Stanislao Campana, il coro ligneo di noce dello stesso periodo. Il Battesimo di Gesù è sicuramente la tela più pregevole. La chiesa è aperta alla domenica e durante le funzioni religiose. Villa Pretorio di fronte alla chiesa già sede della procura di Maria Luigia, oggi rimodernata è dimora privata. Villa Rognoni si trova a nord di Ciato 350 mt. Caratteristica la torretta circolare con cornicioni di mattoni a dentelli, simili alle torri di avvistamento. Passando dalla borgheda, centro del paese, scendendo verso la città a destra si incontra Villa Queirazza di proprietà con l’annessa tenuta “la Superiora” dei frati benedettini sino al 1810, poi dei banchieri Laurent e dei Razzetti sino al 1906. Proseguendo è facilmente raggiungibile Vigatto a 5 Km. “Vicus Catuli” voluto ad onore di Lutazio Catulo dopo la guerra contro i Cimbri La prima notizia del luogo è datata 1 giugno 880. Comune autonomo sino al 1943, poi 1950/1963 oggi delegazione di Parma. La chiesa conserva una pregevole croce del 1546 in lamina di argento e profilature in rame dorato. Degne di osservazione alcune tele del 700 di pittori emiliani. Di fronte alla chiesa in un meraviglioso parco trova sede Villa Meli-Lupi: fusione di due ville; Villa Toccoli e Villa Magawly-Cerati di Carry. Abitazione privata. Privato pure Palazzo Mutti a sinistra prima di raggiungere la chiesa con annesso oratorio del sec. XVII. Nelle sue adiacenze esisteva “Corte Marchand” fonditore e cesellatore (1765) anche fabbrica di mattonelle policrome dipinti a mano e a stampo. Crollò con perdita anche di vite umane nel 1892. Proseguendo verso la città si incontra Alberi vecchio avamposto a difesa della città con la sua suggestiva chiesa di S. Lorenzo. I restauri del 1966 hanno ridato il volto romanico all’esterno e sono ritornate alla luce bifore, capitelli e pezzi erratici del XI sec. Dono di Maria Luigia la tela ad olio dei Pescatori che raffigura il patrono. Ad Alberi insistono anche Villa Bocchi con giardino all’inglese e Villa Peroni, di aspetto medioevale a pianta quadrata con oratorio. Propietari sino al 1630 dell’immobile così detto Monasterolo i Venturi. Entrambe le ville sono di proprietà privata. Se di contro, da Ciato, anziché procedere in direzione della città ci incamminiamo lungo la strada Stanislao Campana che sale verso la valle costeggiando il torrente Parma incontriamo circondata da antiche mura medioevali l’Abbazia Madonna della Neve “Badia Benedettina” di Torrechiara.
Complesso monastico che ti fa riscoprire il senso antico della regola di S. Benedetto, quasi senso di una forza interiore in contrappunto alla forza che simboleggia il castello che si staglia di fronte e le cui vicende sono intimamente legate a quelle della Badia. Costruita ad opera del Pier Maria Rossi nel 1471 per proteggere il figlio Ugolino che nel frattempo da monaco diventò grazie al padre abate commendatario, ma la sua permanenza ebbe breve durata. Fu costretto a dimettersi il 27 luglio 1477 e Sisto IV aggregò il monastero di S. Giovanni in Parma e tutte le pertinenze alla Congregazione di S. Giustina di Padova. Suggestivo il chiostro a cui si accede dal portone centrale; un quadrilatero a nove arcate per lato con colonne in arenaria e mattoni su base a foglia di loto, capitelli di vario genere. Storica la campana fatta fondere dal Pier Maria nel 1472. Nella chiesa con facciata a capanna sono da ammirare oltre ai diversi affreschi la Madonna sul trono con il Bambino, dipinta sul primo pilastro a destra dell’ingresso principale. Oltre alla visita delle diverse sale, dove recenti restauri stanno portando alla luce affreschi dell’epoche non bisogna dimenticare di uscire verso il lato del torrente e visitare il restaurato belvedere. Un tempietto dalle linee classiche ed elementi decorativi barocchi che guarda sul torrente Parma. Proseguendo ulteriormente si raggiunge il castello di Torrechiara che già abbiamo ammirato dalla corte e dalle finestre della suite che ci ospita a Ciato. Siamo sulle prime colline che proseguendo verso il confine ligure toscano si fanno sempre più marcate. Dove scende l’aria salmastra della Versilia che si incanala nel Val Magra arrichendosi della fragranza degli uliveti e della freschezza di castagneti e profumo di pino, per poi scendere lentamente verso sera in direzione della città di Parma per respingere le nebbie della pianura padana durante l’inverno e refrigerare le serate estive. Quella aria pura che già prima dei tempi di Polibio e di Strabone ha fatto entrare nella storia non solo i castelli ma anche i dolci salumi di Parma; tant’è che Gulielmo Du Tillot avuto in dono il castello di Felino ebbe a dire “ Je suis un Marquis d’un Pays des soussissons” sperando si riferisse al famoso salame di felino piuttosto che agli abitanti.
Il castello di Torchiara dal latino torculum ora Torrechiara costruito sulle rovine di un precedente maniero distrutto nel 1314 vide l’inizio lavori nel 1448 e la posa dell’ultima pietra nel 1460 come testimonia una scritta sulla torre della terza mura. “Invocato il nome della Redemptrice – di cui pronome porto io Petro Rossi fondai questa rocha altiera et felice m.se di Magio quaranta octo era il corso CCCC – Et cum divino ajuto fu perfecta – avanti chel sexanta fusse scorso” Il castello merita sicuramente una visita non solo per lo stato di conservazione e per i dipinti del Baglioni o la visita alla Camera d’oro per comprendere meglio i fasti dei Rossi nel parmense, ma anche per il paesaggio e per assaporare una meravigliosa storia di amanti e di malvasia, il classico vitigno che per la maggior parte cresce proprio intorno al maniero. Merita una menzione anche l’oratorio attiguo, pure distrutto nel 1314, e rifatto dallo stesso Pier Maria Rossi e ripreso nel 1831 da Marino Torlonia da Roma, il penultimo proprietario privato. Una curiosità. Il dipinto di S.Lucia del Peroni fa gruppo con gli altri di San Vitale Baganza, di S. Ilario, Tordenaso, chiesette che avendo tempo meritano una visita. Tordenaso situato sulla sponda occidentale dello spartiacque tra le valli del Parma e del Baganza conserva la sua chiesetta di S. Stefano menzionata nella pergamena del 1230 come “Cappella de Tordesiano in plebe de castro Rugnano” Scendendo a Langhirano, famosa per il prosciutto di Parma, sulla provinciale, e tenendo verso il monte trovasi deviazione per Case Schianchi e Castrignano “Frammenti di un mondo medioevale ai margini di Langirano – tra fragori di armi del <> le umili preghiere di un convento di monache e di frati a Case Schianchi – la storica salita al monte Sporno di Ferdinando di Borbone (mt. 1065) – (collegamento a news) – il castello travagliato di Castrignano <> di antichi diritti del vescovo su Castrignano – la pace agreste di queste colline semideserte tra caratteristiche case a torre e loggiati medioevali.” Di tutto ciò ad oggi rimangono seppur in parte rimaneggiate le logge, le case a torre e i ruderi del castello oltre la chiesa e il camposanto. Le carte d’archivio iniziano a parlare di questa valle nel 982. I rotoli originali si trovano nell’archivio vescovile di Parma. Sempre partendo da Ciato anzichè salire verso il colle o scendere verso la città ma dirigendosi la dove sorge il sole percorsi circa 2500 metri sulla sinistra si trova la pinacoteca Magnani Rocca che oltre ad opere di Guttuso, Carrà, De Chirico, Manzù e numerose opere del Morandi conserva tele d’epoca di Gentile da Fabriano, Filippo Lippi, Lorenzo Costa, Albrecht Durer, Vittore Carpaccio, Tiziano, Rubens, Van Dyck e la famiglia dell’infante Don Luis di Goya. Proseguendo si raggiunge Traversetolo sicuramente il più grosso mercato ambulante del Parmense, che si svolge ogni domenica. Se di contro ci fossimo diretti la dove tramonta il sole, incontriamo Felino con il suo castello, ma sin troppo rimaneggiato e non sempre aperto, proseguendo, attraversato il torrente Baganza arriviamo a Sala Baganza dove incontriamo la Rocca. Costruzione del 1477 voluta da Gilberto III Sanvitale, poi residenza estiva dei Farnese, successivamente dei Borbone, poi, una delle residenze estive della Duchessa di Parma. E’ ricca di affreschi cinquecenteschi, a est è in corso di ripristino il giardino dei melograni. Da Felino è possibile raggiungere Calestano, centro che si presenta con i suoi caratteristici borghi su cui si affacciano strutture del XV- XVIII da non perdere Palazzo Coruzzi dal bel cortile a doppio loggiato. Al ritorno per gli amanti della natura si può percorrere la Val Sporzana che unisce la val Baganza alla val Parma.
Percorso enogastronomico:
Inutile sottolineare che Ciato è al centro del triangolo del gusto della food-wally. Ed è proprio da Ciato che potrete partire alla scoperta/conoscenza per vivere sensazioni uniche, di tutti quei prodotti food che hanno reso Parma famosa nel mondo. Contattandoci potremo personalizzare il vostro percorso alla scoperta dei caseifici (parmigiano-reggiano), salumifici (salame Felino, coppa, pancetta ecc…), prosciuttifici (prosciutto di Parma) o cantine vinicole. Vi è inoltre la possibilità di organizzare presso l’azienda stessa una miriade di full-immersion a seconda delle esigenze degli ospiti, spaziando non solo attraverso le innumerevoli DOP che la zona vanta, ma anche in quella miriade di prodotti a volte meno noti, ma sicuramente non meno pregiati o ricchi di storia che spaziano dal tortellino di erbette, nato dalla povertà e scarsa dotazione di mezzi di una pastora, al sublime anolino che simboleggia l’ombelico di Venere, nato dalla fantasia di un cuoco di corte. Ma non solo, per gruppi organizzati, dimostrazione dal vivo, partendo dal grano per finire con i vari tipi di pasta, anche ripiena come il tortello. Se vuoi conoscere qualche ricetta leggi nelle neuw “fra aia e cucina”
Percorso natura
Per gli amanti della natura, da Ciato,che si colloca in un meraviglioso anfiteatro naturale, senza costruzioni che ostacolino la visuale a 180 gradi verso la collina, è possibile fare meravigliose passeggiate nelle carraie poderali, lungo il torrente Parma verso la città e raggiungere le casse di espansione, che si stanno arricchendo di diverse specie faunistiche. Raggiungere uno dei parchi a noi vicini fra cui segnaliamo: Parco Ducale si trova nel cuore della città si estende per circa 20 ettari e conserva rare specie botaniche. Disegnato inizialmente dal Vignola su commissione di Ottavio Farnese 1561. Nel 1690 con la realizzazione dell’ampia peschiera con un isoletta centrale, che ospita la fontana del Trianon a simboleggiare il torrente Parma e il fiume Taro, i Borbone iniziarono a dare un tocco francese. L’architettura definitiva la si deve a Ennemond Alexandre Petitot che modificò l’originale progetto di Pierre Costant d’Ivry collocando diverse statue marmoree di Jean Baptiste Boudart. All’interno del parco oltre al Palazzo Ducale, sede centrale EFSA, si trovano altre costruzioni di pregevole fattura. Sempre in città si trova La Cittadella, possente struttura militare a forma di pentagono, con cinque bastioni angolari, un tempo circondata dall’acqua, oggi area a verde pubblico di 11 ettari. Costruita a metà del XV secolo vi si accede tramite un suntuoso portale marmoreo con basamento bugnato e grande stemma A ovest nel comune di Sala Bagnaza Km. 8 circa troviamo i Boschi di Carrega. Il parco ha un estensione di circa 1270 ettari, in parte privato ed in parte pubblico, quest’ultima parte visitabile liberamente. E’ un interessante esempio di foresta della bassa collina emiliana. Oltre alle specie botaniche classiche della zona vi trovano dimora alcune specie vegetali volute da Maria Luigia. La fauna predominante è il capriolo. Al centro parco si colloca il casino dei boschi, 1789, opera del Petitot e voluto dalla Duchessa di Parma Piacenza e Guastalla quale casa di caccia. Parco dei cento laghi, Parco nazionale Tosco-Emiliano, a sud di Ciato, km. 45 circa. Caratteristica la punteggiatura di tanti punti blu –laghi- dell’ultima glaciazione.
Una flora composita di tipo mediterraneo, medioeuropeo e artico-alpino. Fauna: L’aquila nella frazione di Riana, il cinghiale, il lupo, il cervo e altre specie tipiche di questa zona. Merita una menzione Loasi del monte Fuso e La riserva del Prinzera, il massiccio ofiolitico, raggiungibile in 40 minuti, e costituito da roccia magmatica e metamorfica antica di 150 milioni di anni.
Sport
In piste segnalate o libero è possibile la mountain bike, equitazione presso maneggio il Cingio a 3 Km. con annessa scuola di salto, il nuoto, tennis, minigolf, tutto raggiungibile anche in bicicletta nel raggio di pochi chilometri, sci alpino e di fondo a Schia e Pratospilla comodamente raggiungibili in auto.
Eventi significativi del 2008
Parma/Correggio. Dal 20 settembre al 25 gennaio 2009 Parma raggrupperà circa 140 opere del pittore, che alla città ha dato in custodia i suoi affreschi più splendidi.
Fondazione Magnani Rocca a 1800 mt. da Ciato. Dal 16/03 al 6/7/08 esposizione di opere di Andy Warhol uno fra i maggiori esponenti della pop art.