Sabato 08 Gennaio 2011
In questa seconda parte non ci soffermeremo più di tanto sulle bellezze artistiche del territorio, cosa che potrete trovare alla voce "Cosa fare" del nostro sito stesso, ma cercheremo di parlarvi delle genti dei mestieri e di quello che solo con occhio attento ed animo predisposto potete trovare e "rubare" nelle campagne adiacenti alla città di Parma.
A sud ancora insiste la grande pianura che si innalza in modo dolce verso il cielo, una natura che convive con uomini che lavorano con sapienza sulle cose per cambiarle, trasformarle, qualche cosa di moderno legato all'antico.
Mani robuste, nodose e sapienti, che sanno ancora plasmare la terra, trasformare e modellare i prodotti per dargli un anima che si appropria dello spirito del territorio, ed è così che prendono corpo le conserve, i vini, il salame, il prosciutto piuttosto che il parmigiano; conservando all'interno della materia i sapori della terra, del sole, della brezza che scende a valle sopra le chiare acque del torrente che unisce le due parti della città e del sapere dei secoli.
Anche la, dove l'artigianato si è evoluto quasi fosse industria, l'amore per il mestiere, l'ingegno, il piacere del fare, fa si che continui un forte legame fra prodotto e territorio, una terra dove tutto si mangia, certo, tutto si mangia ma per chiamarsi "di Parma" deve essere buono. Ed è cosi che girando intorno al mio agriturismo puoi incontrare Giulio, il casaro dal carattere burbero ma che se lo lasci parlare di formaggio si scioglie e diventa difficile accomiatarsi; le cui mani cotte dal tempo e dal latte conservano ancora una sensibilità inaudita alle temperature, le cui labbra sanno misurare l'acidità del latte con la precisione dell'acidimetro, già perchè il parmigiano lo si fa ancora con meno forza di braccia ma con gli stessi ingredienti da secoli: latte, caglio e fuoco. Puoi incontrare Giuliano, che con la destrezza del maestro d'armi, maneggiando coltelli di vario tipo, modella sapientemente una coscia di maiale, che, con la sola aggiunta di sale nelle dovute dosi, date dal colore della carne percepito con l'occhio dell'artista e pesato da mano esperta, sa cogliere e pone poi a riposare aspettando che l'aria lo asciughi perchè possa diventare un prosciutto di Parma. E che dire di Luca "l'alchimista", che sapientemente e gelosamente prepara in gran segreto le miscele di aromi per la concia del salame di Felino, il cui tocco finale non è dato tanto dai bilancini ma dai colori e sapori che solo persone esperte e vissute sanno ancora cogliere. Più verso il colle incontrerai Giovanni che torna dalla vigna senza un laccio alle scarpe perchè lo ha usato per salvare un tralcio della vigna. E' l'amore, la sapienza, la saggezza, la conoscenza, il piacere del fare, che muove le mani di questi sconosciuti artisti, che vivono attorno a noi, in questo territorio definito oggi "Strada del Prosciutto e del Vino dei Colli di Parma", artisti che sanno portare il piacere materiale delle cose a piacere spirituale, con la loro forza con l'intelligenza con la loro natura, facendo in modo che questi prodotti si approprino anche della quintessenza che qui da noi puoi ancora percepire.